SWALLOW THE SUN: Songs From The North I, II, III
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03/12/2015Per festeggiare i 15 anni di carriera gli Swallow The Sun tirano fuori un opera monstre; assenti dalle scene da tre anni, riemergono con un triplo album e conseguente contrattone con la Century Media, dando vita ad una mossa anacronistica nel periodo storico in cui tutto tende ad essere ultraveloce, usa e getta, easy to swallow, senza doverci pensare troppo. Ho volutamente usato la parola ‘monstre’ perché per mandar giù un lavoro che dura quasi due ore e mezza (21 tracce) tutto d’un fiato, ci vuole stomaco, resistenza fisica ed uditiva, ma l’esagerazione a cui mi riferisco è la forza spiazzante di questo lavoro, sembra di aver acquistato tre dischi di tre band diverse. Al classico trademark doom/death melodico/brutale sulla scia dei My Dying Bride - Paradise Lost - Anathema (Cd uno - voto 70, diversi i brani memorabili e devastanti come "Silhouettes", "The Memory Of Light", "Lost & Catatonic" e "From Happiness to Dust" come quelli contenuti nei lavori fino a 'Plague Of Butterflies', fanno da contraltare altre tracce fatte, ma che mancano di cattiveria e di anima oppure usano dei cori spiazzanti, troppo plastificati o patinati - "10 Silver Bullets" o "Rooms and Shadows" - oppure si limitano a riproporre clichè altrui come la dicotomia del growling maschile e clean vocals femminili tanto cari ai Theatre Of Tragedy in "Heartstrings Shattering"), stavolta esagerano in melodrammaticità con ballate acustiche abusate, ridondanti e scontate (cd due - voto 40, si salva solo "Before the Summer Dies" – l’equivalente cinematografico di queste tracce sarebbe Twilight), barcamenandosi tra HIM e Anathema con un cantato molto vicino a Carl Mc Coy (Fields Of The Nephilim), fino a cimentarsi con un genere poco o mai sviluppato: il funeral doom con delle chitarre crushing veramente opprimenti. Il risultato raggiunto nel terzo cd (voto 90) è più lusinghiero ed espressivo di quanto possa immaginarsi, tracce mai scontate, banali o ripetitivamente fini a sè stesse, claustrofobiche, depressive, espressive e sorprendenti per margini di manovra e soluzioni ad effetto, ispirate come i migliori lavori dei Shape Of Despair, Funeral o Skepticism, su tutte "The Clouds Prepare for Battle"; pur considerando i strettissimi canoni che il genere impone. Brutalità e dolcezza (troppa), melodia e parti laceranti sono il loro pane quotidiano, ma l'impressione che lasciano da 'New Moon' in poi è che i finlandesi tendano a commercializzarsi; cercando di rastrellare quanti più fan possibili hanno ammorbidito ed edulcorato il sound; il passaggio alla major Century Media ne è testimonianza.
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