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SILVERTOMB: Edge Of Existence

data

05/11/2019
85


Genere: Doom Metal
Etichetta: Long Branch Records
Distro:
Anno: 2019

Torna il doom metal di qualità! Kenny Hickey si fa avanti come leader della sua nuova formazione: i Silvertomb. Accompagnato da Johnny Kelly, ex compagno nei Type O Negative alla batteria, Hank Hell al basso, con lui nei Seventh Void si aggiungono il veterano newyorkese Joseph James, (Agnostic Front, Inhuman) alla chitarra, e Aaron Joos (Awaken The Shadow, Empyreon) alle tastiere, chitarre e cori. Quando si parla di Type O Negative non nego che mi brillano gli occhi. Ogni loro derivazione mi accende la curiosità. Con ‘Edge Of Existence’ gli amanti del doom funereo, ma grintoso godranno appieno. L’incedere dei riff lenti, cadenzati e ricchi di pathos è la caratteristica di questo lavoro. I riferimenti ai Black Sabbath si sprecano, le sonorità sono state sapientemente modernizzate senza comunque perdere quell’atmosfera anni ’70 che tanto ci gratifica. La voce di Kenny Hickey rende il tutto ancora più malato grazie ai suoi acuti laceranti. Gli arrangiamenti ci fanno capire immediatamente la direzione che i brani prenderanno; decisamente più progressive rispetto all’album dei Seventh Void, sembra quasi di avvertire lo spirito dei Pink Floyd. La traccia d’apertura, “Insomnia/Sunrise” è una vera marcia sabbathiana, un ottimo ritornello e tanto groove. L’anima dark è sempre in agguato e l’intro di “So True” ce lo ricorda bene, il brano si sviluppa in parti molto aggressive, ma riprende un andamento molto gotico nel ritornello.  L’inserimento delle tastiere e dell’organo porta tutto ad un livello più solenne, come ad esempio in “Right Of Passage/Crossing Over”, uno dei pezzi più belli del disco in cui nella parte centrale Kenny urla incessantemente “Suicide!”; gli strumenti a tastiera sottolineano marcatamente questo particolare momento, soprattutto in un brano dove il testo si concentra su un tema così delicato, la canzone si conclude con uno stupendo assolo di chitarra molto blueseggiante. In effetti lo spirito blues e southern rock è abbastanza marcato in alcuni brani come “Waiting” o “Not Your Savior” e ci riporta su strade battute a volte da Black Label Society e Ozzy Osbourne. Ultima citazione alla stupenda “Eulogy/Requiem” sulla quale Kenny sviluppa una melodia davvero intensa nel ritornello che ricorda per qualche istante i Lynyrd Skynyrd. Su questo LP Kenny ha riversato le proprie lotte interne e personali quali la dipendenza, il suicidio, l’amore e la morte del suo collega ed amico Peter Steele (cantante/bassista e autore nei Type O Negative). Un album naturale, diretto, ma al tempo stesso ricco di sfumature. Davvero potente.

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