DOOMRAISER: Cold Grave Marble
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09/12/2024Dopo la prova interlocutoria del precedente ‘The Dark Side Of Old Europa’ targato 2020, i doomsters romani, al settimo lavoro sulla lunga distanza in 20 anni di militanza nell'underground, hanno leggermente ammorbidito i toni intessendo diversi punti di contatto con la proposta degli americani Pallbearer nelle tracce “Cold Grave Marble” e “The Great Void”. Pur continuando a maneggiare il doom dei Black Sabbath ed i Type O Negative in “Life Is Black”, nonché nello scherzetto della ghost track alla fine di “Buio”, citano i Doors ed il cantato di Glen Danzig (da sempre ispirazione di Nicola Rossi/vocalist) in “Once Upon The Fireflies”, hanno aumentato la componente dark settantiana ed inserito tastiere horrorifiche nel loro songwriting come in “Filthy Shades Of Death” e nei sinistri e Gobliniani rintocchi di piano di “Buio”. Ne consegue un lavoro con un suono più sporco, con soluzioni eterogenee differenti rispetto al passato, sempre contraddistinto dalle chitarre rocciose come in “Dark Omens” e "Without A Shadow". La presenza di tanti ospiti (Nequam dei Mortuary Drape, Mario di Donato, James Murphy, Flegias dei Necrodeath) contribuiscono ad impreziosirlo, pur conservando il trademark che li ha resi immediatamente riconoscibili. Molto espressivo l’artwork di copertina ad opera di Fabio Listrani (chitarrista degli Otus), che cattura immediatamente l’occhio ed anticipa le liriche che vertono sull’ineluttabilità della morte, tema centrale di tutto l’album e su situazioni paradossali quali la perdita di un caro il giorno di natale “Last Christmas I Gave You My Death”, cioè uno dei periodi in cui si dovrebbe festeggiare ed invece ci si ritrova a dover metabolizzare un lutto. Ritorno in grande stile con un album particolarmente ispirato e vario.
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