SORCERER: Reign Of The Reaper

Lunga e tortuosa è stata la strada percorsa dai Sorcerer nella ricerca di una propria collocazione all'interno della scena metal attuale e nell'acquisizione di una propria cifra stilistica, ben riconoscibile. Le origini del gruppo svedese, infatti, si perdono nel finire degli anni 80 tra demo e alcune esibizioni live senza che il tutto si traduca in qualcosa di concreto portando, nei fatti, allo scioglimento del primo nucleo della band. Il fato vuole che nel 2010 i Sorcerer assurgano a nuova vita firmando un contratto con la Metal Blade, riuscendo a pubblicare il loro primo Lp, a titolo ‘In The Shadow Of The Inverted Cross’, un concentrato di puro epic heavy doom. Ma è con il successivo ‘The Crowning Of The Fire King’ che il discorso comincia a farsi interessante, in virtù di alcuni tratti caratteristici della formazione di Stoccolma quali un riffing potente, elaborato e raffinato, sontuose linee vocali smussate dalla voce armoniosa di Anders Engberg e grandi melodie, il tutto affogato in un'aura epica sempre presente. Da qui in poi la linea è tracciata per cui anche il successivo, bellissimo, ‘Lamenting Of The Innocent’ ed il nuovo ‘Reign Of The Reaper’ proseguono sulla stessa falsariga del secondo album del 2017. Tutto ciò non può che rendere felici i sempre più numerosi fan del quintetto scandinavo, soprattutto quando la qualità media di ogni brano di questo nuovo platter svetta sopra le punte di eccellenza di tanti gruppi coevi concorrenti. Il meglio di ‘Reign Of The Reaper’ è, probabilmente, da ricercarsi proprio nelle canzoni più melodiche, tipo il primo singolo "Morning Star" o le favolose "Thy Kingdom Will Come" e la tragica "Curse Of Medusa", dove le corde vocali di Anders (sempre assoluto protagonista) disegnano immaginifiche rappresentazioni di malinconica epicità. Ma i Sorcerer sono anche noti per le loro lunghe title track, catchy e con ritornelli memorabili e "Reign Of the Reaper" non fa certo eccezione, trasportando l'ascoltatore attraverso i regni della morte e del terrore come a rappresentare l'artwork di copertina, a detta dello stesso Anders, andando a disegnare l'apparizione della Morte medesima. A questo punto la musica dei Sorcerer risulta perfettamente codificata, andandosi a posizionare in un oscuro luogo al confine del doom metal, in cui l'angoscia, lo strazio ed il dolore trovano la propria sublimazione in un afflato di tetra solennità,  laddove la morte non fa più così paura.