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ASKVALD: Nachtschattenreich

data

04/09/2018
85


Genere: Black Metal
Etichetta: Naturmacht Productions
Distro:
Anno: 2018

Il progetto Askvald vede la luce nel 2013. Approdata al terzo capitolo discografico, la one man band lascia da parte alcune citazioni gothic, mantenendo la costante black metal, aggiungendo però elementi decisamente atmosferici. Malinconia ed epico trasporto così si fondono, vento che soffia e che attraversa lande dimenticate, ma non per questo meno vitali. Idealmente ci troviamo in un viaggio di riscoperta, in cui l’emozione ci stringe al petto, estasi che ci avvolge e che pulsa di un cuore che palpita di nuovo amore. L’impasto delle voci ci rimanda al concetto di pagan, ambientazioni che sono fortemente teutoniche e che vivono di quell’intensità tipica del paese di origine. Non mancano però rimandi alla Norvegia, ideale punto di incontro tra due scuole pregne di personalità e storia. L’album si muove tra trame e strutture conosciute, emozionando però indubbiamente l’ascoltatore ad ogni cambio di ritmo. Passione viene stillata, goccia dopo goccia, evidenziando un’emotività ed acutezza rare. Fantastici gli intrecci di voci, coralità che si mescolano con una chitarra minimale ma sempre sostenuta. Considerando la qualità e la presenza di un solo interprete, non possiamo che evidenziare come tutto resti su livelli tecnici più buoni. Non è però la scolasticità, o il virtuosismo ciò che Apocaleon va cercando. Commozione che trasuda da ogni nota, gesti che ci toccano nell’anima e che Askvald va a far vibrare in ogni episodio. Le tracce si distinguono l’una dall’altra, vento gelido e poi tiepido sole si alternano, tempesta che in lontananza si inerpica coprendo un orizzonte sempre meno avulso. Nebbia che si alza, gocce d’acqua che rigano un volto ora non più impassibile, ciò che sembrava alieno ora lambisce i contorni delle nostre espressioni. 'Nachtschattenreich' trascende il concetto di black metal, invischiando personalità ad old school, ricalcando contorni familiari ma aggiungendo sfumature e colori che tremano di turbamenti di gioia. Idealmente torniamo al pathos di Quorthon, aggiungendo talvolta effetti di trepidante tastiera. Le ritmiche ripartenze della più classica nera fiamma sono l’ideale cornice ad un disco che non dovreste lasciarvi sfuggire, se non altro per l’enfasi dimostrata da un artista che merita considerazione e che auspichiamo ci regali altre perle come questa.

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