ROTTING CHRIST: THEOGONIA
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23/01/2007E' con estremo piacere che annuncio a tutti che è uscito il nuovo album dei Rotting Christ: con discreto ritardo rispetto a quanto all'inizio anticipato (e cioé all fine del 2006) il nono full-lenght album per i maestri greci dell'Abisso è da ieri fieramente esposto nelle bachece dei negozi di musica. Parlare di queso nuovo disco significa anche rendersi conto di quanto un gruppo da sempre nell'underground e oramai attivo da venti anni (gli esordi sono del 1987, quando il gruppo suonava grindcore) sia sempre riuscito bene o male a produrre musica di qualità, mai che facesse gridare al miracolo, per carità, ma nemmeno mai indecorosa e/o scadente in quanto a essenza. La cosa più effettivamente più facile da notare è che dalla "svolta" di 'Genesis' (2002, che svolta poi non fu) i Rotting Christ hanno sfornato un album migliore dell'altro, sempre aggressivo, atmosferico e melodico e soprattutto con un sound e con soluzioni stilistiche al passo con i tempi senza mai strizzare l'occhio alle mode di turno o concedendosi a ruffianismi da giovani sbarbatelli. Dopo questo doveroso preludio, voglio subito dire che 'Theogonia' non si discosta eccessivamente dal precedente 'Sanctos Diavolos' (2004) in quanto a stile e suoni, il che è un bene, e anzi infarcisce il lotto di canzoni con qualche preziosa chicca. Lo stile adottato dai nostri è quello di sempre, quel metal estremo figlio della seconda metà degli anni '80, quando si utilizzavano già termini come death o black, per definire questo tipo di musica, ma molto a casaccio e senza essenziali differenze stilistiche fra l'uno e l'altro. Detto questo, i Rotting Christ suonano solo come i Rotting Christ. Molti li hanno copiati, ma loro non hanno mai preso spunto da nessuno, per cui è difficile citare altri gruppi a paragone, perché non ce ne sono. Inizia con la pestata (come quasi sempre) "The Sign of Prime Creation" e a seguire la stupenda "Keravnos Kivernitos" nella quale meglio si spiega il mix di tutte queste componenti del RC sound di cui sopra, uno degli episodi sicuramente da ricordare. Ma il vero asso nella manica di questo album, secondo me, è la traccia numero quattro, "Enuma Elish" che mescola alle classiche atmosfere del gruppo un tocco tipicamente mediorientale (d'altronde la Grecia e la confinante Turchia hanno una storia in comune) e che può benissimo assurgere a manifesto ed esempio di 'Theogonia'. Confezionamento principesco (e per l'occasione sito web e pagina di MySpace rifatte con lo stesso tema grafico dell'album) 'Theogonia' sarà sicuramente un album che non deluderà le aspettative di tutti coloro che vorranno metterlo alla prova.
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