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ROTTING CHRIST: Rituals

data

24/02/2016
90


Genere: Dark Metal
Etichetta: Season of Mist
Distro:
Anno: 2016

Chi vi scrive deve prima d'ogni cosa fare una confessione: 'Thy Mighty Contract' e 'Non Serviam' sono due album noiosissimi. Prego, poggiate le pietre al pavimento e aspetta prima di cancellare per sempre non solo la mia esistenza, ma anche il segnalibro del browser a questo sito. Prima d'iniziare la recensione questa era una confessione dovuta, perché non posso discutere d'un album usando un'opinione non veritiera. Per caso dovevo mentirvi? Quando li ascoltai la prima volta anni or sono, dopo miriadi di complimenti ovunque, lo shock per me fu tale che evitai il gruppo dei fratelli Tolis fino all'uscita del bistrattato 'Aelao', album che a mio parere sancisce la nuova strada 'extreme dark metal' intrapresa dal gruppo, deciso a ogni costo a rendersi inclassificabile per ogni tipo di recensore presente sul globo. Confermo che il piacere fu tale da essere andato a ritroso nel tempo nella loro discografia recuperando i precedenti lavori, almeno fino a quando l'orecchio non piangeva sangue. Posso però certo confermare a distanza di anni che con 'Aelao' ho sancito per sempre il mio amore al gruppo greco. Dicevo album bistrattato, perché a meno che la memoria non mi faccia cilecca, tra il pubblico e critica si formarono due fazioni distinte al cospetto di questi: pro o contro, senza mezze misure. Alcuni continuavano a negare la strada intrapresa dal gruppo, definita troppo radicale, un passo falso più lungo della gamba, quando già i primi accenni erano chiari dai dischi precedenti, mentre altri come me apprezzarono la scelta del gruppo, ora più che mai fedele alle proprie origini storiche, lasciando da parte un attimo il sangue di capra, le blasfemie e le croci al contrario. Più 'latini' degli Ex Deo, se non lo facciamo noi europei chi lo deve fare; i cinesi? Il successivo 'Kata Ton Daimona Eaytoy' non mi rimase impresso. Un ascolto e cestino. Forse due ascolti, ma non ho molto da dire al riguardo. Tre anni di rito, e si ritorna a parlare con 'Rituals'. Le avete già ascoltate le tracce in anteprima sui vari siti? Quando le ho ascoltato la prima volta ho pensato 'loro sono… la musica classica del metal', che come frase non ha molto senso rileggendola, ma datemela per buona; ero in estasi. Ad album completo poi l'estasi è divenuta orgasmo chimico. Esiste poi questo? Forse sono il primo caso al mondo. Sei anni dopo il miracolo è successo: i Rotting Christ colpiscono di nuovo al cuore. A incominciare da "In Nomine Dei Nostri", una vera bomba energetica per le vene, fino a "The Four Horsemen", questi quasi cinquanta minuti scorrono sereni, ritrovandosi anche in momenti d'imbarazzo magari pronunciando a voce troppo alta vere invocazioni al demonio capaci da sole a far chiamare un esorcista o la neuro, ma questa è un'altra storia. Ti piacciono i nuovi Rotting Christ? Credi che 'Aelao' sia il loro migliore album della carriera? E non rimpiangi pure quegli altri due bei mostri di 'Sancuts Diavolos' e 'Theogonia'? Hai trovato allora il perfetto equilibrio tra i nuovi Rotting Christ e quei giovincelli capaci d'evocare il male tra un riff e l'altro, trasformando anche la più tranquilla delle serate con la tua ragazza in una messa nera. Frase scontata: non il miglior album della loro carriera, ma comunque assolutamente imperdibile.

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