POET: Emily
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10/07/2020Il titolo dell’album, il dolcissimo nome 'Emily', mi riporta immediatamente alla meravigliosa poetessa dell’800 Emily Dickinson (alla quale è dedicato il concept album), in tutta la sua malinconia, tristezza e solitudine. E devo dire che anche l’album stesso in quanto a sonorità, concept e tematiche affrontate mi riporta alle stesse emozioni, un lavoro decisamente cupo, scuro, ma piacevolmente orecchiabile nella corposità delle sue armonie. Siamo di fronte ad una band che ci propone il classico doom-funeral, oltre quaranta minuti in cui ci si ritira dentro noi stessi e ci si lascia cullare da queste atmosfere gotiche e surreali, la voce di Brighid Wagner (ed anche quì il rimando letterario è all’”Epistolario Wagner”, straordinario compositiore dell’800), si fonde perfettamente agli archi presenti nell’album (violino, viola e violoncello), ed ai riff di chitarra estremamente pulsanti. Il brano di apertura “I” scorre lento e senza tempo, preparandoti ad un viaggio in cui anima e mente si terranno costantemente per mano; questo andamento prosegue anche con le successive “II” e “IV”, fino a giungere nella valle della desolazione, nel De Profundis (per citare O. Wilde) dei brani in chiusura “V” e “VI”. Nel complesso, per gli amanti del genere, sicuramente un bel lavoretto per questa band americana da tenere sott’occhio!
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