REQUIEM: REQUIEM FOREVER
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16/11/2005Dopo due album di puro e classico Power Metal scandinavo mi sarei aspettato di tutto dai Requiem tranne che un disco del genere. Dopo la dipartita di Henrik Klingenberg alle tastiere verso il più roseo panorama dei Sonata Arctica qualcosa all'interno della band deve essere tragicamente cambiato. Non che la linea seguita dal quintetto fin dall'esordio fosse così convincente ma le idee in questo "Requiem Forever" sembrano particolarmente confuse. I vecchi canoni vengono quasi del tutto abbandonati ed il sound subisce, di traccia in traccia, drastici mutamenti che disorientano completamente l'ascoltatore: più che un disco di un gruppo pare di ascoltare una vera e propria compilation. Cambiamenti che più che portare verso nuove soluzioni in termini di qualità danno l'idea di una band ormai alla "frutta" che non sa più quale carta giocarsi per riuscire a mettersi in mostra. L'opener "Possessed By Power", track orientata al Power made in USA e contornata da fraseggi di un inaspettato hammond, risulta tra i pezzi più godibli assieme a "Shadowhunt", che se non fosse per quel riffin' troppo ispirato risulterebbe degna di nota, e a "Painting In The Wind", che come le sue compagne non brilla per originalità ma nelle sue diverse facce presenta un refrain orecchiabile. A lasciarmi completamente sbigottito ci pensa la seconda traccia "Hold On" dove il sound dei Requiem muta, in tutto e per tutto, in quello di una band nu-metal lasciandomi letteralmente a bocca aperta. E' un semplice episodio? No, c'è di peggio. Dopo aver ripreso conoscenza con "Shadowhunt" arriva "Violate" che oltre a ripresentarci la band in versione Nu abbandona le linee melodiche del cantato, le quali vengono proposte solo come contro-canto nel ritornello dominato da un improbabile screaming. Da qui in poi il disco corre verso l'oblio nonostante ci siano vani tentativi di ripresa come il refrain di "Invincible Enemy" (vogliamo parlare delle parti di elettronica nel bridge?) ed un insperato ritorno al passato con "The Tower", brano di una scontatezza impareggiabile. Ai musicisti sento di non poter imputare niente dal lato puramente tecnico se non per la prova del singer Jouni Nikula, molto simile all'ex singer dei connazionali Dreamtale Tomi Viiltola, che ci mostra un cantante spesso in difficoltà nelle parti più acute ed impegnative. Che sia forse per questo che la band ha optato per questo cambio di rotta? "Requiem Forever" ci presenta i Requiem nella loro versione peggiore: una band spaesata che cerca in diversi lidi il modo di poter attirare l'attenzione del pubblico. A questi cinque finlandesi non posso che augurare una buona pausa riflessiva.
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