PLATENS: BETWEEN TWO HORIZONS
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30/11/2004Nel circuito musicale capita spesso, tra recensioni, scambi di mail e approcci di vario tipo, di avere a che fare con personaggi pieni di sé, star della domenica e pagliacci vari, montati magari dopo aver registrato la bellezza di un solo e misero demo da cantina, il più delle volte persino di pessimo valore. L'umiltà è una dote che ho sempre apprezzato in tutte le categorie degli artisti, perché dimostrare di possedere solo un minimo di questa qualità, oggi come sempre, è sintomo di una maturità ovviamente spiccata, che non si ferma allo scontato guscio della superficialità delle cose. Ho gettato qui tale riflessione in merito a quanto accaduto qualche mese fa, subito prima che le ferie estive finissero per lasciar spazio alla frenetica routine di tutti i giorni. Durante una delle mie giornate lavorative, infatti, mi ero imbattuto per l'ennesima volta in una discussione riguardante il promo 2003 firmato dall'ex singer dei The Majestie Dario Grillo, un prodotto che già da tempo stuzzicava il mio interesse, e questo grazie alla grossa mole di belle parole spese su di esso in giro per la rete. A questo punto, passato il limite dell'ancora sopportabile curiosità, scrissi direttamente all'artista siciliano per chiedervi una copia promozionale da recensire sulle pagine di Hardsounds, e la risposta non si fece attendere: nel giro addirittura di pochi giorni, infatti, riuscì ad entrare in possesso del sospirato oggetto in questione, il tutto contorniato dallo scambio di alcune piacevoli mail con il già citato Dario, mai ingombrante nel proprio modo di porsi e anzi dimostratosi assolutamente a modo, neanche fossimo lì a discutere come amici di vecchia data. Il risultato, diciamolo, era scontato: mi trovavo di fronte a qualcosa di veramente al di sopra della media, ma di questo ho già parlato ampiamente in sede di recensione del promo suddetto, archiviato all'interno della sezione demo. Pochi mesi sono trascorsi da tale evento, e ora, grazie alla sempre attenta Fronters Record, ecco consegnato a Dario il giusto premio: il doveroso debutto del suo personale progetto Platens, pronto a lanciare la propria sfida ai nomi affermati delle sonorità hard. Un titolo impegnativo, come "Between Two Horizons", copre un lavoro adagiato su undici tracce di hard melodico dalle molteplici sfaccettature, in cui il protagonista assoluto risulta essere il preparato rocker palermitano, occupatosi interamente sia delle parti vocali che di quelle strumentali, tralasciando unicamente il lavoro svolto dietro alle pelli, a carico invece dell'altrettanto valido fratello Alessandro. Parlare semplicemente di hard-rock melodico, però, è un qualcosa che non rende giustizia ad un'opera incredibilmente variegata, la quale, tinta di sontuosi arrangiamenti di tastiere prettamente barocche, donano allo stile sonoro del cd un retrogusto fortemente sinfonico, quasi ci trovassimo a discutere di un'ulteriormente ricercata branca della musica vicina ai Dreamtide ed ai correlati Fair Warning. I riferimenti agli anni ottanta, rimarcati qua e là tra le note sapientemente cesellate dei vari strumenti, si aprono a sporadiche e provocatorie escursioni in terreni vagamente progressivi, sottolineati ed enfatizzati dall'epicità proveniente direttamente dalla parentesi The Majestie, di cui Dario dimostra di aver fatto saggiamente tesoro. Difficile trovare passaggi banali, difficile battezzare come superfluo o già sentito anche il più piccolo riff del platter, sempre pronto a gettarsi all'interno di un velo di sospirata magniloquenza, manco fossimo vicini ad un'esibizione dedicata a delle sontuose musicalità enfatiche. Non mi fermerò a citare le tracce migliori di un cd come "Between Two Horizons", poiché questi, ben prodotto ed arrangiato dal (neanche a dirlo) sempre dal versatile Grillo, manifesta il suo intero valore in tutta la propria interezza, quasi a dimostrare che, anche in un disco di debutto, possono essere contenuti tutti i numeri necessari per relegarlo nelle alte lande delle grandi uscite AOR ed affini. Un esordio col botto, come si suol dire, e, se questo è solo l'inizio, mi riservo di tenere il votone per la prossima uscita discografica, sulla quale depongo tutte le mie più grandi aspettative e le mie più nascoste speranze. E non mi si venga per favore a dire che questa recensione era dannatamente lunga, perché quando un disco racchiude in sé tali dosi di innegabile classe, le parole finiscono per sgorgare spontanee come fiumi in esorbitante piena.
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