PINK CREAM 69: SONIC DYNAMITE
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29/06/2004Era il lontano 1998 quando il sottoscritto, pronto e scalpitante all'attesa del concerto dell'immenso Bruce Dickinson, venne a conoscenza del fatto che, in qualità di guests di tale evento, sarebbero sopraggiunti sul suolo italico i tedeschi Pink Cream 69, band di cui allora conoscevo solo il nome e poco più, e questo soprattutto grazie alla temporanea militanza nella line-up del gruppo dell'attuale vocalist degli Halloween Andi Deris. Ma si sa, spesso ci sono sorprese che danno un tocco di colore in più alla nostra vita, ed una di queste riguarda proprio la fantastica esibizione che i rockers teutonici tennero quella sera, sconfiggendo contemporaneamente sia l'iniziale freddezza di un pubblico poco legato alla musica dei nostri, sia i diversi problemi tecnici ripetutamente accaduti, destinati anche a disturbare in più riprese la successiva performance della sirena inglese. Ma facciamo ora un passo indietro. Parlavamo proprio dei Pink Cream 69, un gruppo che ha fatto del classico hard-rock europeo il proprio vero marchio di fabbrica, diventandone tra l'altro simbolo ed esempio per tutti gli appassionati di tali sonorità. La proposta è adagiata su ruggenti e corposi suoni di chitarra, utilizzati per dar vita a riffs potenti ma facilmente assimilabili, sostenuti da una sezione ritmica risoluta ed essenziale allo stesso tempo. E' anche grazie a questo connubio tra energia e tempi quadrati che il sound va quasi a situarsi nell'ideale via di mezzo tra il metal più melodico e l'hard-rock più sostenuto, dando vita ad un composto seguito ed apprezzato da numerose schiere di appassionati. L'album è composto da dodici tracce di grandissima qualità, incentrate sulla davvero eccitante voce di David Readman, singer completo sotto tutti i punti di vista, davvero bravo nel saper conciliare l'elevata imponenza dell'estensione vocale (non legata al semplice utilizzo delle note in falsetto) alla invidiabile capacità interpretativa. Ma non solo: tutte le parti vocali vengono messe al servizio di composizioni di una direttezza quasi disarmante a dispetto del loro grande vigore, elemento questo posseduto solo dagli artisti di status elevato; e a ciò si aggiunge un accurato ed incredilmente idoneo lavoro di produzione, perfetto nel valorizzare il gradevole strato di melodia magistralmente situato sul solido tappeto strumentale. Così, addentrandoci maggiormente in dettaglio tra i brani del cd, scopriamo che niente sembra mancare ad un'uscita come questa, costellata da martellanti hard song del calibro di "Seas Of Madness" e "Speed Of Light", cui fanno eco le favolose note della pacata ballad "Let The Thunder Reside" e l'immenso groove del chorus di "Waiting For The Dawn", bissato ed addirittura superato da quello della fantastica "The Spirit", mentre è con "Spread Your Wings" che viene raggiunto il più alto picco emotivo, complice una traccia assolutamente atmosferica e distensiva. Era davvero impossibile non inserire tale opera all'interno della mia personale top 20 di Dreamland, perché spesso ci si dimentica troppo facilmente che melodie accattivanti e rigorose distorsioni possono convivere senza problemi, creando delle vere e proprie miscele assolutamente esplosive. Eh sì, esplosive, proprio come il contenuto dei candelotti di questo "Sonic Dynamite".
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