LUCIFER'S CHILD: The Order
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07/12/2018Secondogenito per i Lucifer's Child, progetto dedito ad un black metal a metà tra Rotting Christ e il sound più moderno della scuola norvegese. Non a caso, tra le fila, troviamo George Emmanuel, chitarrista dei sopra citati greci. La band, come da copione ed appellativo, ci parla di tematiche occulte, non cercando di sperimentare nulla nemmeno a livello di fonemi. Il loro è un sound epico, a tratti ridondante e ciclicamente teso a voler cercare l’ipnotico crescendo. Questo rapsodico intercalare diventa motore del full-length, ma è anche limite del medesimo, ricalcando via via eccessivamente schemi già visti e palesando una retorica che può stancare. Il calore del mediterraneo e le melodie tipiche della scuola greca sono molto più frastagliate rispetto al precedente capitolo della band. La marzialità e talvolta l’impronta industrial diventano gelido muro che va a sminuire l’armonia e il sulfureo tepore delle sinfonie mediterranee. The Order è un pugno allo stomaco, i Satyricon sono un chiaro riferimento per un disco che si lascia alle spalle un po’ di misticismo, a favore di una durezza che non appaga completamente. La personalità dei Lucifer's Child lascia così il passo alla violenza e all’amore per una modernità della produzione che lascia l’amaro in bocca. La poesia e l’onirico fraseggio del paese di origine resta all’orizzonte, piegato ai bellici intenti delle note. Un passo indietro, rispetto al recente passato, ovviamente seguendo una logica più legata alla personalità che al piacere a tutti i costi. Forse l’album attirerà più ascoltatori, per la banalità con cui si lascia andare a tratti, diventando più fruibile e macinante nel proprio intercedere. Attenzione, non vogliamo sconsigliarvi The Order, vi mettiqmo solo in guardia però per contenuti risicati e per una semplice e bieca piega che inghiotte la sensibilità degli artisti. Vedremo se, nel prossimo eventuale capitolo discografico, la vena dei nostri riprenderà vigore, visto e considerato che alcune tracce sono davvero azzeccate, al contrario di altre più riempitive e fini a se stesse.
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