THE ORDER OF APOLLYON: Moriah
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07/12/2018Tempesta avvampa famelica sotto una coltre di nubi nere, lampi e tuoni che echeggiano su un cielo martoriato e sfregiato da risentimento. Iconoclasta immagine divampa furente tra le note della terza fatica discografica degli The Order of Apollyon. Il sound proposto è un dinamico ed atmosferico black/death metal, a metà tra Aosoth, Deathspell Omega e Aeternus. Scuola francese e norvegese, con dei lapilli di tecnica in stile Behemoth ad impreziosire il disco. Moriah è album di valore, capace di incutere timore mostrando di sé livree rosso sangue, tra dissonanze ed armonie di chitarra. L’epico crescendo del full-length sfocia poi in ritmiche serrate che travolgono l’ascoltatore, riff di chitarra che macinano timpani, sublimando in suite di ricercata fattura estrema. Le voci sono intrecciate in modo sapiente, capaci di dare ulteriore enfasi al lavoro. Precisi ed emotivamente coinvolgenti, i The Order of Apollyon sciorinano quarantacinque minuti circa di musica senza apparenti pause, alternando vigore ad ambientazioni, ma tenendo sempre alta la tensione. Ideale viaggio tra la scuola polacca e lidi più sperimentali. A non convincere a pieno è la produzione, la quale dona una certa freddezza e meccanicità ad un disco che dovrebbe puntare meno sulla “marzialità” e più sulle innegabili doti “ambient” dei musicisti. Album a metà tra il ritualistico e il fine a se stesso, non decolla mai a dovere quando il sentore di “culto” dovrebbe stregare l’ascoltatore. La strada da percorrere è ancora lunga e considerando i curriculum dei protagonisti ci aspetteremmo molto di più. Il tempo ci dirà quale direzione i The Order of Apollyon prenderanno definitivamente, per ora tra alti e bassi o forse voglia di accontentare un po’ tutti, abbozzando opere che restano non ancora pienamente plasmate.
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