OSANNA: ROSSO ROCK
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13/09/2012Quando si parla degli Osanna si fa automaticamente riferimento ad una delle pagine più travolgenti di tutta la nostra storia musicale, incastonata in un periodo dove la musica ed il sociale andavano spesso a braccetto (era il periodo della controcultura giovanile, delle radio libere, dei festival ecc.). All'inizio degli anni settanta i napoletani Osanna si confermano subito come uno dei gruppi più innovativi e trascinanti di quel periodo, sfornando in breve tempo capolavori del calibro di 'L'uomo' e 'Palepoli', quest'ultimo da segnalarsi come uno dei momenti più alti di tutto il nostro progressive nazionale. Dopo varie vicissitudini e vari cambi di formazione, recentemente tornano (con una line-up completamente stravolta), incidendo 'Prog Family', un disco con numerosi special guest del progressive internazionale come Gianni Leone, David Cross, David Jackson, che permise al gruppo di riacquistare di nuovo l'attenzione dei progster sparsi per il globo, i quali sicuramente potranno trovare in 'Rosso Rock' qualche motivo di interesse. Il disco presenta una prima parte live registrata in Giappone con il gruppo alle prese con la revisitazione della colonna sonora di "Milano Calibro 9" (un capolavoro del noir all'italiana firmato Fernando Di Leo), più una piccola parte in studio comprendente il rifacimento di "Fiume" (dall'album 'Landscape Of Life'), più altri due pezzi inediti ("Rosso Rock" e "O Culore E' Napule"). Della formazione originale rimane il solo Lino Vairetti (una delle voci più calde del prog italiano) a guidare una formazione giovane, ma assolutamente capace di dire la propria, tant'è che in alcuni brani riescono addirittura a suonare in modo incredibilmente simile ai musicisti originali. I brani tratti dal live sono suonati tutti in maniera impeccabile, denotando una certa padronanza strumentale, evidente soprattutto nel preludio iniziale, o in brani più chitarristici come "Tredicesimo Cortile", o "Tema", dove il chitarrista Pasquale Capobianco sembra far rivivere lo spettro del grande Danilo Rustici. Peccato solo per una resa di pubblico assolutamente nulla (ma i Giapponesi che stavano facendo?), e per una versione di "There Will Be Time" (conosciuta anche come "Canzona") non propriamente riuscita perchè altrimenti il risultato finale sarebbe stato ancora più apprezzabile di quanto già non lo fosse. La parte in studio invece risulta discretamente interessante, anche se questa versione di "Fiume" appare un pò in ombra rispetto alla bella e calda versione del '74, non aggiungendo nulla di nuovo ed originale. Meglio gli inediti con "O Culore E' Napulè" con i suoi richiami mediterranei e partenopei, con conseguente cantato in dialetto e partiture di violino molto a tema, e "Rosso Rock" che sembra in parte riportarci alle atmosfere del primo e bellissimo disco. Questo brano presenta difatti una musicalità e degli arrangiamenti che ci riconducono direttamente alle atmosfere mediterranee e romantiche tipiche dei primi loro dischi, con la voce di Vairetti molto melodica ed avvolgente, ed arrangiamenti un po' sfuggenti e un po' malinconici che si inseriscono molto bene nella struttura generale del pezzo.
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