ARCH ENEMY: BLACK EARTH
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10/03/2006Dopo aver assaporato le gioie del successo con i Carcass, che tutti sanno come finirono, Michael Amott decide di tornare nella natia Svezia e mettere in proprio l’esplosivo talento musicale e il gusto melodico che lo hanno sempre contraddistinto. Nascono gli Arch Enemy, creatura che sarà poi destinata a diventare una delle più grosse big thing dello swedish death, seppur lentamente e con costanza invidiabile. L’esordio “Black Earth” contiene già i semi di quello che poi sarà riconosciuto inequivocabilmente come il sound degli Enemies, uno swedish death aggressivo, potente ma spezzato e stemperato in continuazione da grandi break melodici e intermezzi chitarristici di indubbio valore, per merito dello stesso Michael e del fratello Christopher (che in questo debut si limitò a collaborare con il gruppo a livello solista, entrando poi in pianta stabile nella line-up con il seguente “Stigmata”), axeman di tutto rispetto che uniscono alla perfezione tecnica e gusto melodico, ben sovrastati dalla poderosa ugola di Johan Liiva. Nonostante il platter sia ancora acerbo, anche per via della produzione troppo pastosa e poco curata, le carte sono in regola per fare presagire il botto che poi verrà. “Bury Me An Angel” (tuttora un classico nei live show della band), “Dark Insanity”, “Transmigration Macabre” o “Fields Of Desolation” sono pezzi senza dubbi o incertezze di sorta.
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