BANCO DEL MUTUO SOCCORSO: Orlando: Le Forme dell'Amore
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01/10/2022Loop di tastiere, moog, impennate di chitarre elettriche, arrangiamenti acustici, controcanti da sei corde, archi campionati, un Banco prog più fluido e dinamico sempre pronto a lasciarti in attesa di qualcosa più forte, strutturato su musica da carillon di fondo! Nacchere, rullante, milonga, tango, un sax struggente, ed altri escamotage per descrivere l’amore nelle sue infinite forme: amore raccontato, negato, rinunciato, inevitabile, libero, dominante, lisergico, invidiato, rifiutato, fraterno, inatteso, l’amore nelle scelte, l’amore che difende, che salva, l’amore per sempre! Concept album. Un’interpretazione musicale nata per celebrare i 50 anni di attività della band romana, stuzzicata dalla magnificenza dell’opera letteraria dell’Orlando Furioso di Ariosto, già citata nel loro primo album con la prima traccia “In Volo” (1972). Ritroverete parte dei suoi personaggi e testi scritti su misura con un lessico attuale che raccontano gesta cavalleresche (guerra, amore, avventura, incantesimi, follia, illusione), ma che comunque possono rapirvi in qualcosa di vostro. È un continuo parallelismo fra il tempo dell’Ariosto (Rinascimento) ed il nostro tempo contemporaneo. "Proemio" con la citazione originale del canto ed un finale alternativo. E’ maestria nel dare forma in musica, a quel senso della cortesia proprio dell’opera che si percepisce soprattutto nei tre quarti finali del disco. La voce di Tony D’Alessio è arrabbiata, aulica, poetica, mutevole a seconda di chi interpreta (gli assetati, i guardiani dell’acqua, il mago Atlante, Ruggero, Astolfo, i soldati, Orlando), ed è perfetta come voce narrante. Sono loro, il Banco degli anni ‘70 con la line-up del 2019 che conferisce quel gusto fresco e contemporaneo che non guasta (si certo meno teatrali), e se non fosse per la durata elevata questo concept potrebbe avvicinare nuovo pubblico al prog italico. È notevole come prodotto nel suo genere. Se non avete voglia di ascoltarlo, non nascondetevi dietro giudizi malpensanti, prendetevi le vostre responsabilità: il rock progressive è un genere a parte (mai immediato)! E la mia valutazione potrebbe finire qua. Ma se poi, volete ancora addentrarvi in questo intreccio di pensieri, munitevi di ago, uncino e filo e seguitemi.
Dopo la chiara citazione al poema le tastiere iniziali anticipano il suono da carillon. Ciò che emerge, in un secondo tempo, è il binomio delle chitarre con il piano, ed un’atmosfera lirica negli acuti di Tony D’Alessio. (Ricordo che era il 2013 e lui si presentava in ciabatte sul palco, in un mix tra il pop/rock e rap, con una potenza di voce ed un’energia da far vibrare tutto il talent show). Ma è sotto le mura di Parigi che si avvia il racconto dell’Orlando Furioso in “La Pianura Rossa”. I guardiani dell’acqua (i cristiani) sono in allerta, con un tema musicale (dall’intro anticipatorio di suspense e di segnali di pericolo) prettamente progressive; poi un cambio di tempo e arpeggi orientali introducono gli assetati (i saraceni). Traccia dinamica. In “Serve Orlando Adesso”, un bellissimo suono di chitarra elettrica si sovrappone ad un segnatempo acustico (un tango in tempo binario). Voce fiabesca, orchestrazioni classicheggianti e grazia vocale per un brano che fa da premessa ad un tango argentino: “Non Mi Spaventa Più L’Amore” (l’amore inevitabile). Non un attimo di noia! E’ un prog sopraffino, che punta ad intrecciare più fraseggi. Il suono elettrico è cristallino, cadenzato, diventa un accento a tutto il resto con fisarmoniche di accompagnamento. Riprende l’io narrante (l’Orlando) che aumenta di efficacia, per poi interrompere nel punto culminante, ed è lì che sopraggiunge un’altra vicenda musicale, caratterizzata da accelerazioni di fisarmoniche e tappeti di tastiere/piano (per mano di Michelangelo Nocenzi, figlio di Vittorio). Geniale la struttura compositiva, perché fedele alla reale struttura letteraria del poema (episodi raccontati diventano a tratti fitti, come fili annodati, sciolti e ricomposti in un intreccio dall’aspetto di un labirinto). Vocalmente la manifestazione gridata dell’amore dell’Orlando verso Angelica chiede una conferma (ma lei lo rifiuta nel silenzio). “Non Serve Tremare” (La libertà di amare) è pulsante, elettronica, dal sapore new wave. E’ un chiaro messaggio di vita: attraversare ogni cosa, bella o brutta che sia. (Non serve fuggire, perché tu sei libera). Per Ariosto la realtà è un labirinto, e quando si perde la ragione, si vaga senza meta, senza obiettivi, errando, facendo errori e vagando. La ragione lascia il posto alla magia e al palazzo di Atlante, mago musulmano, che crea un castello inesistente, strutturato per difendere Ruggiero (successivamente fondatore della casa d’Este), la cui vita era messa al repentaglio della guerra. Un luogo creato per modificare il corso degli eventi (L’amore del dominio). E anche musicalmente in “Le Anime Del Deserto Nel Mondo”, ci troviamo nella stanza dei comandi, con un’atmosfera da bolla immaginaria (vi è mai capitato di trovarvici?). Percussioni scansionano il tempo, ed un synth in loop isola la scena, ripercuotendo il tempo su se stesso (effetto da tappo nelle orecchie). “L’Isola Felice” è caratterizzata da effetti sonori naturalistici (cinguettii, lo scorrere dell’acqua, e altri stratagemmi) e da pulsazioni elettroniche e sussulti orientali che generano un senso di pace, un luogo dove non esiste morte e dolore. “La Maldicenza” è la manifestazione strumentale del carattere progressive dello storico gruppo. Nella seconda parte della traccia “Cadere O Volare”, alla domanda posta ai soldati (scegli cosa vuoi essere, un Paladino o un uomo innamorato?), è la musica a rispondere, in un linguaggio potente e passionale, con un suono straziante e malinconico generato dall’intreccio tra slide della chitarra elettrica e arpeggi dell’acustica. Tecnicismo in “Il Palladino”. Senso di famiglia in questo progetto del BMS: è la voce femminile di Viola Nocenzi, figlia di Vittorio, ad incantare in “L’Amore Accade”. “Non Credere alla Luna” è l’amore fraterno di Astolfo che si mette in viaggio verso la luna, per recuperare il senno di Orlando, riportarglielo sulla terra e guarirlo dalla follia. Suggestiva la registrazione di Neil Amstrong dalla Luna (1969). Molto intenso l’ingresso del sax di Carlo Micheli che colora di empatia i pensieri blues amorevoli di Astolfo (è una pietra che ti schiaccia il cuore la luna, ma tu non crederle, perché è solo un ladro bianco appeso in mezzo al cielo che ti ruba i sogni e li porta via). “Moon Suite” è il viaggio di 11 minuti verso la luna, passando nella valle dei senni persi; un passaggio folgorante dell’album! Il suono si riempie di arrangiamenti avvolgenti, rallentamenti, spazi vuoti, riprese ed effetti stagnanti, che riportano l’ascoltatore sulla terra a 50 anni prima (“In Volo”). “Come E’ Successo Che Sei Qui” è un pulsante ricamo di pianoforte, alla visione di Medoro della bellissima Angelica. Per concludere con Lei: “Cosa Vuol Dire Per Sempre”, e a quella forma d’arte (poesia e/o musica) che riesce a comunicare concetti, stati d’animo e a veicolarli in messaggi essenziali e potenti come carte da decifrare.
“Sono soltanto un’anima smarrita che grida sotto il tetto blu del mondo, ma non mi ha ancora vinto la paura di vivere!”
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