BURNING SEAS: SWEET COMA
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10/03/2006I leccesi Burning Seas giungono con questo “Sweet Coma” al secondo lavoro autoprodotto. Se il precedente omonimo platter constava unicamente di quattro brani, questa nuova fatica è a tutti gli effetti un full length visti i quattordici pezzi proposti. La miscela musicale dei nostri è abbastanza interessante e unisce nello stesso calderone metal moderno, thrash melodico anni ’80 e un po’ di death svedese. L’opener “Threads Of Life” è un ottimo antipasto che permette subito di rendersi conto delle buona capacità della band, che tra riff spezzati e alternanza di melodia e aggressività esce a testa alta dal primo impatto con l’ascoltatore. Punto di forza del sound Burning Seas è senza dubbio l’ugola del versatile singer Daniele e i riff al vetriolo del chitarrista Gianluca, che nonostante si mantenga sempre all’interno dei confini imposti dai vari generi che confluiscono nei brani dimostra talento e classe (notevoli gli stacchi machineheadiani in “Grey”), anche se ad essere onesti è veramente difficile tenere desta l’attenzione per quattordici brani, soprattutto nel caso di una band esordiente e ‘fresca’ come i Burning Seas, formatisi nel 2003. La troppa prolissità del platter costringe alla presenza di brani scialbi e decisamente evitabili come “Enter The Cathedral” o “The Key”, cui però fanno da contraltare track eccellenti come la già citata opener, “Watch Me Dying”, “Grey”, la title-track o la suggestiva ending song “5 a.m.”. Si tratta solo di smussare le imperfezioni, tra cui una produzione deboluccia e troppo pastosa, e per i Burning Seas sarà tutta discesa.
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