ORFORD, MARTIN: THE OLD ROAD
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24/11/2008Martin Orford è uno di quegli artisti che i fans del prog non possono non conoscere ed ammirare: il tastierista inglese (fondatore degli storici IQ e colonna portante dei Jadis) è, a mio avviso, un grande nome del movimento prog rock. Da poco lasciati gli IQ, Martin si è buttato nella carriera solista per ricaricare le pile e riaccendere la fiamma progressiva che ha sempre albergato nel suo cuore di artista: il risultato è sotto gli occhi di tutti e si chiama 'The Old Road'. Il disco contiene il testamento spirituale di Mr. Orford, personaggio che si sente distante migliaia di anni luce dalla internet-generation e da tutte le evoluzioni tecnologiche che hanno, volenti o nolenti, rarefatto il contatto fisico fra gli uomini per privilegiare chat e collegamenti telematici in genere. Martin si sente totalmente estraneo e si rifugia al termine della vecchia strada, dove lo attende un vecchio paesino di campagna inglese con la chiesa, il pub e la piazza principale, come se il tempo si fosse fermato agli inizi del novecento. Le nove canzoni sono un viaggio progressivo emozionante, dove le singole note sono fresche gocce di rugiada che mi accarezzano la pelle, mentre il vento mi sussurra melodie di vecchi paesini di campagna e morbidi paesaggi collinari. La vecchia Inghilterra rivive in un affresco speciale, in cui Martin ed i suoi fantastici ospiti dipingono con morbidezza e maestria paesaggi nostalgici del tempo che fu. Inutile citarvi le varie canzoni, superfluo dire che John Wetton, Nick D'Virgilio, Steve Thorne e Dave Meros sono sinonimo di indubbia qualità, assolutamente banale narrarvi di un'ottima produzione e di un booklet veramente ben realizzato: quello che conta è ogni singola nota di 'The Old Road', platter che vi ammalierà già dalla prima traccia e non uscirà per molto tempo dal vostro lettore. Fatevi del bene e compratelo... subito...
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