CREATURE: Eloge De L'Ombre
data
27/01/2022Quarto album per questa one man band francese proveniente dalla Britannia, geograficamente marginale come così spesso accade per i luoghi d'origine dei progetti afferenti al black metal. Qui l'associazione a detto genere va inteso in senso più ideale che altro, dato che da un punto di vista del sound le tracce sono quanto mai diluite in un mare di altro. I primi due pezzi in realtà sarebbero anche pertinenti: una sorta di industrial black per cui vengono in mente gli svizzeri Borgne data la violenza o i loro conterranei Samael visto che a momenti i Creature parebbero quasi ballabili, come accade per Vorph e soci dopo la pubblicazione di 'Passage'. Il cantato in francese funge forse da ulteriore suggestione nei confronti delle band sopraccitate. Quello che distingue questi francesi nel contesto sono le keyboards, secondo il sottoscritto per nulla adatte per come paiono essere uscite da una produzione prog rock anni 70 e che finiscono per essere irritanti più che altro. Il quadro non migliora naturalmente con tracce marcatamente più melodiche come "Meteorite", "Noire" o "Alternative" dove viene lasciato vieppiù spazio alle tastiere. "L'Empire des Signes" e "Maussade" sono di nuovo più tirate, ma la eccessiva eccletticità continua ad essere un handicap. "Pas La Meme" e "Retrograde" sono i pezzi che più si avvicinano ad un'idea di ballabilità alla Samael, ma contribuiscono anche essi ad aumentare la sensazione di disorientamento ed il fastidio conseguente. Sono, ripetiamo, in particolare le parti di tastiera ad essere del tutto fuori tema e che creano una sensazione di scarsa armonia del quadro sonoro. Si da a malincuore un giudizio smaccatamente negativo di un album così pieno di spunti, con percussioni cosi varie ed interessanti e una capacità del mastermind di padroneggiare una cosi ampia varietà di soluzioni. Ma la sensazione sostanzialmente sgradevole all'ascolto è ineludubile. Il solo affastellare senza un' idea di coerenza non può generare positività a priori.
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