GRAAL: REALM OF FANTASY
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15/07/2005Cinque ragazzi romani di talento si autoproducono un demo prima, ed un album poi. Non è una novità, gruppi così ce n'è un po' ovunque, non solo nella capitale. C'è chi riesce e chi no, chi sfonda e chi affonda. I Graal cercano di sfondare, e lo fanno promuovendo un sound di matrice settantiana, debitore di gruppi stile Uriah Heep, come si può notare fin dall'opener "Water For A Dead Man", ma non solo. Gli spunti dalla scuola classica non mancano, come si nota anche da brani come "Still Of Night", che riesuma anche una parvenza di primi Black Sabbath, o da "Demon's Dancer" o "Born To Go", pezzi in cui ritroviamo le variazioni tipiche di gruppi alla Led Zeppelin. L'ascolto di questo "Realm Of Fantasy" non è però solo per i nostalgici: le sonorità proposte non sono infatti un semplice "ritorno dalla tomba" di artisti che hanno ormai fatto il loro tempo, ma frutto anche di una passione viva, che si è dovuta confrontare con la musica che agli anni '70 ha fatto seguito. E' così che nasce un sound in cui le influenza del Prog storico si stemperano in tonalità tipicamente Hard Rock, sfuggendo ogni tanto ad una chiusa classificazione strettamente temporale. Ed ecco escursioni in sound più ottantiani, con la lontana eco di gruppi vagamente New Wave (ovviamente, il lato più soft della prima New Wave). Il tutto miscelato sapientemente in un prodotto finale che anche dal punto di vista della produzione (un po' "sporca", oserei dire "vera") porta il passato musicale ad invadere il presente non per essere mostrato, come in un museo, ma per vivere ancora.
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