GECKO'S TEAR: CONTRADICTION
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27/12/2006Giovanissima prog band partenopea, i Gecko's Tear si accasano alla nostrana Ma.Ra.Cash Records sfornando un disco imprevedibile quanto incredibile. "Contradiction", titolo assai esplicativo considerato il suo contenuto, è un lavoro intricato, ostico, ma digeribile nell'immediato grazie ad una vena melodica che fa da contraltare all'enorme mole di tecnica dispensata nei 45 minuti di durata. Nonostante ci siano diversi riferimenti sonori, e la derivatività non manca, sorprende sia per il tasso tecnico elevato, sia per le idee che rendono il disco personale, in grado di camminare con le proprie gambe e di reggere il confronto con dischi e band più popolari. Sarebbe tuttavia riduttivo parlare solo di prog rock quando a caratterizzare la musica dei Gecko's Tear corrono in supporto Zappa, la fusion in genere, ed una consistente dose di ironia che si sfiorano, si intracciano, e si separano di nuovo dai rimandi classici rappresentati da gruppi come Dream Theater, Yes o Area, tanto per fare qualche nome. Il tutto convive in una struttura solida, equilibrata, che di tanto in tanto traballa a causa di passaggi forzati, dettati essenzialmente dalla voglia di strafare e di mettersi in evidenza, ma rappresenta un peccatuccio veniale considerata l'età del quartetto che, comunque, sfoggia una maturità artistica non comune. Arduo, poi, trovare un brano guida che possa giustificare il loro talento. Proprio in seno all'equilibrio evidenziato sopra, "Contradiction" va ascoltato tutto d'un fiato per essere apprezzato interamente. E non potrebbe essere altrimenti visti gli innumerevoli passaggi strumentali, i continui cambi di tempo, e le soluzioni armoniche adottate in bilico tra dissonanza ed orecchiabilità. Un disco spigoloso, per dire, ma con tutte le carte in regola per piacere già nell'immediato. Meritano menzione anche i testi, qui in inglese nel tentativo di sdoganare oltre frontiera, ma in italiano durante i live set, che abbracciano concetti apparentemente universali ma filtrati con "occhio privato" dal buon Mirone, deus ex machina del combo. Una sorpresa a tutto tondo, in definitiva, dalla potenzialità non pienamente espressa(tra qualche anno ne sentiremo delle belle per davvero), ma che proietta tuttavia i Gecko's Tear in alto, molto in alto, sulla scala dei valori delle band emergenti italiane, e non solo.
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