HOMERUN: DON'T STOP
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25/03/2008Non c'è soddisfazione più grande, per uno scribacchino come il sottoscritto, vedere una giovane bands tagliare uno dopo l'altro i vari traguardi di quella che può essere definita la classica carriera artistica, e questo in particolare quando si è nella posizione di osservare con risultati sempre più soddisfacenti ogni singola tappa del tragitto, cosa accaduta proprio con i qui disquisiti rockers varesini Homerun. Dopo un più che promettente demo ('Start Again'), già presentato a suo tempo sulle pagine di Hardsounds, unito alla conferma della validità della band ottenuta nella propria veste live, è una vera e propria gioia poter finalmente recensire l'atteso debut album dei rockers tricolori, dato alle stampe nel 2008 in corso grazie all'interesse della nostrana Sweet Poison Records. Tralasciando i classici di giri di parole inutili ed arrivando subito al sodo, posso chiaramente sentenziare (senza timore di smentita) che la band guidata da Matt Albarelli ha dato prova, in questo cd, di avere personalità e cuore da vendere, il tutto a fronte di un lavoro curato in ogni minimo dettaglio, partendo dall'aspetto qualitativo del sound e sino ad arrivare a quello del tiro musicale presente in ogni singolo brano, un ulteriore aspetto che altro non potrà fare se non appagare la fame di rock di pronta assimilazione tipica di ogni fan della scena melodica che si rispetti. I riferimenti stilistici si dipanano, con grande disinvoltura, su una vasta schiera di affermati acts della scena rock internazionle, passando dal retrogusto tipicamente Gotthard della frizzante "I Wanna Rock You", e sino ad arrivare, attraverso l'approccio maggiormente americano della notevole "Don't Stop" (un vero e proprio gioiello di arrangiamento a livello vocale), a quelle che considero le due lucenti perle dell'album: "Only Love", dal chiaro incedere legato alla tradizione del puro rock melodico teutonico (chi ha detto Fair Warning?), e soprattutto "North Winds", una gemma magnificamente coadiuvata dalle sontuose tastiere del bravo Walt Borrelli, giocata sull'epicità di un chorus figlio del Bryan Adams più ispirato (ve la ricordate la indimenticabile "Don't Drop That Bomb On Me"?), con tanto di sgusciante solo di chitarra finale. In ogni caso quanto da me sin qui detto può rendere solo in parte giustizia a quello che può essere considerato uno dei debut più maturi e validi ad opera di una giovane formazione italiana, un cd che deve assolutamente essere posto all'attenzione anche del più vasto ed adatto mercato internazionale, indubbiamente più ligio che non quello nostrano ad un certo tipo di sonorità melodiche. Gli Homerun sono finalmente usciti allo scoperto, e lo hanno fatto con un dischetto destinato assolutamente a lasciare il segno. Da subito.
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