MASCHINE: RUBIDIUM
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03/10/2013Per chi ascolta il prog in genere il monicker The Tangent saprà subito dire molte cose. Se a questo aggiungiamo che il leader dei Maschine, Luke Machin, era membro di una band chiamata Concrate Lake, allora non si spreca molto tempo nel capire la direzione stilistica di questo debutto. Si, proprio la band di Andy Tillson ed i Pain of Salvation rappresentano la fonte d'ispirazione più immediata della band di Brighton. Ispirazione scomoda da un lato in quanto i Maschine cadono nella ragnatela dell'omaggio più di una volta, ma indubbiamente esaltante dato che il talento ed il gusto per arrangiamenti e melodie è alquanto sopraffino. Così 'Rubidium' si muove su trame già note, ma appassionanti, riuscendo anche ad affermarsi con personalità quando Machin dà spazio alla creatività come in "Cubixstro", brano in cui si incontrano tutte le anime del disco, per andare poi oltre ed approcciare anche gli spasmi concettuali del trip hop. Il lavoro si chiude con le due parti di "Eyes", momento in cui i POS entrano in scena con vibrante fervore nelle melodie e nell'istrospezione di fondo. Ma è la chitarra solista a creare il giusto distinguo con assoli degni di nota sia sul piano tecnico, sia su quello del gusto, nonchè la voce aggiunta di Georgia Lewis che genera spazi e tratteggia nuovi orizzonti che non aspettano altro che essere riempiti con i colori delle note e del sentimento. Le potenzialità per fare bene e meglio ci sono, ed il talento non è da meno, quindi ci aspettiamo grandi cose da qui a qualche anno. Che stia nascendo un nuovo grande gruppo? Il nostro fiuto ci suggerisce di si, allora scommettiamo fin da subito sui Maschine.
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