DEVIAN: GOD TO THE ILLFATED
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18/12/2008Prendete ex cantante e batterista dei diabolici Marduk e metteteli insieme ad altri musicisti che col Black metal c'entrano poco o niente: cosa otterrete? I Marduk con suoni più corposi e assoli melodici, ovvio. Eh si, perchè questi Devian, guidati dal fondatore Legion, sono una creatura più che tipica del panorama estremo svedese. Impossibile non trovare riferimenti al mostro sacro dello swedish black, soprattutto nel cantato e in certe soluzioni riffiche, ma è anche vero che la cristallina produzione è ben lontana dalla sporca crudezza che ci si potrebbe immaginare, come lo è ancor di più la melodicità che traspare da fraseggi e assoli. Certo, il pesante avvio affidato a "Mask Of Virtue" richiama clamorosamente alla memoria 'World Funeral' nonostante i suoni delle chitarre ci dicano che non è così. E basta proseguire per rendersene ancora più conto: in episodi come la melodica "South Of Halo" e la prolissa marcia conclusiva "When The Vultures Have Left" sentiamo tutto il sapore della Svezia estrema ma melodica. Abbastanza scontato e prevedibile il riffing, che non va oltre la buona funzionalità. Nel complesso è un lavoro che non aggiunge nulla di nuovo a quanto detto fino a questo momento, e si può tranquillamente dire che Zyklon, Dissection, Belphegor e God Dethroned, per citarne qualcuno, guardano tranquillamente dall'alto. Al limite potrebbe essere un'interessante risposta nel caso vi chiediate come avrebbero suonato i Marduk se avessero spinto sulla melodia.
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