DARKEST HOUR: UNDOING RUIN
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08/07/2005Sono americani fino al midollo i Darkest Hour, ma guai ad infilarli frettolosamente nel calderone del metalcore. E’ swedish death quasi del tutto incontaminato il loro, nonostante l’evidente impossibilità di nascondere le radici statunitensi. E soprattutto sono in giro da diversi anni, da tempi non sospetti insomma. “Undoing Ruin” è la loro terza uscita su Victory Records, e probabilmente quella più alta dal punto di vista qualitativo nonostante il precedente “Hidden Hands Of A Sadist Nation” del 2003 pure non scherzasse. Come già detto, il terreno battutto dai nostri è quello indicato anni e anni fa da At The Gates e compagnia; veloci cavalcate, riff melodici ed una tecnica strumentale eccellente asservita all’esclusivo confezionamento di song ineccepibili. “Undoing Ruin” è la summa di tutto ciò: brani come l’opener “With A Thousand Words To Say But One”, il primo e cadenzato singolo “Convalescence”, la slayeriana “This Will Outlive Us” o “These Fevered Times” sono un concentrato di riff praticamente indimenticabili conditi dalla produzione pulita e contenutissima di Devin Townsend (probabilmente l’ultimo personaggio che mi sarei immaginato sedere dietro la console dei Darkest Hour), priva come prevedibile di qualsivoglia sbavatura tecnico-esecutiva. Un disco di tutto rispetto, per una band che sarebbe anche ora riscuotesse il doveroso tributo.
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