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DARE: Beneath The Shining Water

data

05/07/2004
72


Genere: AOR
Etichetta: MTM
Distro:
Anno: 2004

Questo disco è uguale alla nebbia intesa da Totò in "Totò, Peppino e la malafemmina": c'è ma non si vede. Bramavo l'uscita di 'Beneath The Shining Water' da lungo tempo, dopo rimandi e dichiarazioni discordanti su quanto sia venuto fuori alla fine (Darren dichiarò che il materiale che stava componendo era più aggressivo ed oscuro rispetto al solito). Gira da settimane nel mio lettore, questo disco è la mia croce. Dopo l'acclamato ed eccezionale 'Belief', Wharton dà alle stampe un prodotto di per sè deludente. Come sempre, arrangiamenti superlativi ed un umore mesto, maliconico e sognante sono le caratteristiche inconfondibili dello stile Dare, ma, purtroppo, non credo si possa dire lo stesso delle canzoni. Tutte di un buon livello, non c'è che dire, ma tutte senza picchi emotivi nè qualitativi come le passate pubblicazioni. Mancano quelle tre-quattro canzoni trascinanti che si tirano dietro l'intero lavoro, non ci sono brani guida in grado di esaltare(alla "Silent Thunder", tanto per interderci) ed alzare il livello medio del disco. Ascoltando "Beneath The Shining Water" si ha come la sensazione di trovarsi tra le orecchie un concept sonoro, una lunga suite in dieci movimenti piatta, castrata, condotta da un unico filo conduttore sia in fatto di qualità, sia a livello emotivo, che dopo due ascolti stanca, sfianca, affloscia la voglia di rimettere il CD nel lettore. Non c'è un solo brano che non sembri una b-side di "Belief", uno scarto composto in fretta e messo da parte perchè non in linea con gli altri. E qui credo entri in gioco qualcosa non interno alla band(casa discografica?), oppure(probabile) l'insoddisfazione di Darren visto che il disco inizialmente suonava totalmente opposto(sempre sue dichiarazioni riguardo a diverse song che non suonavano come avrebbe voluto), e che sarebbe dovuto uscire molto prima rispetto al 7 giugno. Rinvio? Materiale non considerato soddisfacente? Pressioni delle MTM? Cosa? Tutte supposizioni, validi o meno, che gettano comunque una strana ombra sulla gestazione del disco. Sarà stata l'attesa, le aspettative visti i capolavori passati, ma è un disco che non convince, non ammalia. Un disco che ricatta con la sua aura sognante e più che mai al limite del concetto new age, ma è blando e non rilassante, ti mette alle strette e non ti concede alternativa. Darren fa la sua parte e sfoggia la sua tipica passionale e sospirata timbrica, la produzione è da favola, ma mangiare frattaglie dentro un piatto d'oro è uno spreco immane. Quaranta e passa minuti di musica laccata, tirata a lucido che farà gridare all'ennessimo capolavoro della band, ma che, detto tra noi, si limita ad essere SOLO un buon disco, si riconoscibile tra mille per il suo stile, ma qualitativamente più che discutibile, in parte riciclato e senza idee. E dai Dare ci si aspetta molto altro. Dopo gli House Of Lords, seconda delusione dell'anno.

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