CLARK, PATRICK RYAN: TRANSLATION
data
14/11/2006Capita spesso di trovarsi di fronte a piccoli capolavori quasi inattesi, cd che arrivano quasi in sordina nella vita di ognuno di noi per catturarci con la propria magia e regalarci emozioni inaspettate. "Translation", debut album del compositore, musicista e produttore Patrick Ryan Clark, rappresenta alla perfezione la categoria da me appena descritta, il tutto grazie ad un lavoro di magnifico rock cristiano di stampo prettamente moderno, vicino per echi e richiami stilistici a bands quali U2 e Vertical Horizon, band da cui provengono anche i qui presenti addetti alla sezione ritmica Sean Hurley e Ed Toth. La qualità del songwriting e degli arrangiamenti presenti in "Translation" è di assoluto primo piano, e ci offre tredici brani emozionanti e dal grande tiro melodico, interpretati con estrema bravura dalla soffice voce del preparato Patrick Ryan Clark. Una produzione semplicemente esaltante (a cura di Cary Pierce) conferisce inoltre al disco in questione una dimensione sonora di tutto rispetto, elemento che non la farebbe sfigurare in nessuna maniera di fronte ai grandi nomi presenti oggi sul mercato. Ma quello che colpisce ancora più in profondità di "Translation" è la dimensione emotivamente cantautoriale presente all'interno dei vari brani, una caratteristica che in questi ultimi anni ho potuto intravedere solo all'interno di lavori come ad esempio le uscite soliste di Mike Tramp, altro artista capace di trasformare semplici canzoni in vere e proprie storie, convogliandone l'ascoltatore all'interno di esse con estrema e disarmante disivoltura. Per tutti i motivi sin qui citati mi sento di consigliare a gran voce l'acquisto di "Translation" a tutti gli amanti del rock melodico e attuale, i quali potranno lasciarsi trasportare in un autentico viaggio nelle frange più emozionanti del genere appena citato. Un album di spessore davvero elevato (disponibile tra l'altro in una bella confezione in digipack), che saprà conquistare (ne sono sicuro!) anche gli affezionati al seguito dell'AOR maggiormente classico.
Commenti