BLACK LAB: PASSION LEAVES A TRACE
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13/03/2007Attendevo con grande fiducia il ritorno dei Black Lab, progetto del singer e polistrumentista Paul Durham, già nelle fila anche dei Cake Or Death. E fortunamente tutte le mie aspettative sono state ripagate, il tutto grazie all'ennesimo piccolo gioiello partorito dalla mente e dal cuore del songwriter americano. "Passion Leaves A Trace" altri non è se non la logica continuazione del discorso aperto con "See The Sun", un viaggio stabilizzato su coordinate tipiche del rock melodico moderno e diretto, facilmente assimilabile e radiofonico quanto basta per riuscire a conquistare anche i pareri della grande audience. Il nuovo album è un passo forse maggiormente intimista e passionale (il titolo non è un caso) rispetto al proprio predecessore, una scelta che ha finito per restituire dodici brani soffusi e pieni di sentimento, caratteristica da sempre presente nello stile di Durham ma qui più che mai enfatizzata ai propri massimi livelli. I riferimenti a bands quali U2 e simili, sempre ben incastonati nel tessuto musicale delle composizioni, si mixano qui ad elementi ancora più pop-oriented, perfetti per confezionare al meglio il lato più nostalgico e triste del cd, forse il punto su cui si costruisce l'essenza del qui discusso "Passion Leaves A Trace". Il come-back dei Black Lab, insomma, è stato compiuto nel migliore dei modi per appagare al massimo tutti i fans acquisiti con il precedente "See The Sun", bissato in maniera assolutamente egregia da un nuovo capitolo che, in un mondo con un minimo di giustizia, dovrebbe spopolare senza riserve nelle radio di mezzo mondo. Ed è quello che auguro al bravo Paul Duhram, un'autentica garanzia del rock moderno di qualità.
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