HUGHES, GARY: ONCE AND FUTURE KING - Part I
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19/10/2003Finalmente l'attesa è finita, ecco qui tra le mie mani la prima parte dell'attesissima rock opera di Gary Hughes, front-man e songwriter dei mitici Ten, che per l'ennesima volta dà prova della sua immensa ispirazione traducendo in musica la celeberrima storia di Re Artù, uno dei capitoli medievali più amati di tutti i tempi. Il cast degli ospiti è qualcosa di semplicemente sensazionale, racchiudendo personaggi del calibro di Bob Catley, Lana Lane e Danny Vaughn, accompagnati nella loro narrazione dall'orchestra composta dalla squadra dei Ten al completo, sempre perfetti nell'esecuzione dei brani e capitanati, dopo lo split di Vinny Burns alla chitarra, dall'esordiente ma preparatissimo Chris Francis. Addentrandoci nel discorso musicale del cd, veniamo introdotti nel fantastico mondo dei cavalieri e delle dame dalla voce di Damian Wilson, autore delle vocals al'interno del prologo "Excalibur"; ma è subito Gary Hughes stesso a dare il via al primo capitolo vero e proprio dell'opera, alias "Dragon Island Cathedral", una song in pieno Ten-style, nella quale le chitarre tipiche del combo inglese cuciono un perfetto sfondo musicale per dare libero spazio espressivo alla ormai famossisima voce del biondocrinito singer. La successiva "At The End Of The Day" è una keyboards-oriented song, nella quale il cantato Arturiano di Gary Hughes si intreccia con le dolci e tenere vocals di Lana Lane, mentre "The Reason Why" vede l'ingresso nel racconto del bravo Danny Vaughn, interprete del ruolo di Lancillotto in una classica mid-tempo song. E proprio quando l'album sembra essere indirizzato verso una linea sonora già tracciata e predefinita, eccoti la canzone che non ti aspetti, capace di spezzare il ghiaccio e di ridare una nuova linfa vitale al capitolo di Re Artù. Tocca infatti a Irene Jansen, nelle spoglie di Morgana, rendersi protagonista in una rock song con le palle quadrate ("Shapesister"), devastante nel suo incedere e davvero omicida nel chorus. Come in tutte le storie che si rispettino non poteva mancare il menestrello di turno a menzionare la favola del grande re anglosassone; spazio quindi all'inconfondibile leader dei Magnum Bob Catley, che trasportatosi direttamente dallo stile di uno dei suoi ultimi lavori solisti, riesce a tessere una narrazione sognante e amena, rimembrando alla perfezione la fantomatica figura di Merlino. Il ritorno in auge di Lancillotto riporta energia e brio in "Avalon", altro pezzo tipico del repertorio targato Ten, mentre chitarre più cupe e keys dal caratteristico '70s style aprono le danze alla preponderante entrata di Sean Harris, che nei panni di Sir Galahad ricorda a tutta la platea presente che la vera direzione stilistica intrapresa dal lavoro viaggia sui binari dela incontaminata hard-music! Un'altra fugace apparizione di Merlino ci presenta il penultimo capitolo del racconto ("In Flames"), mentre tocca nuovamente a King Arthur chiudere in maniera impeccabile la grandiosa opera, regalando all'ascoltatore di turno quel senso di compiutezza e realizzazione tipico del grande capolavoro. Amici qui non si tratta di discutere di originalità, di stile o di espressività, la prima parte di "Once And Future King" è qualcosa che va al di là del tempo e delle consuetudini, alla faccia di tutti coloro che non sono in grado di carpire l'essenza e le emozioni di un lavoro di tale calibro. Ed ora non ci rimane altro che aspettare il secondo attesissimo capitolo di questa fenomenale rock-opera.
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