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CARCASS: SWANSONG

data

30/03/2006
65


Genere: Melodic Death 'N' Roll
Etichetta: Earache
Anno: 1996

In origine uno degli act più estremi in ambito death-grind, quello dei Carcass nel giro di cinque album ha saputo mutare forma a più riprese, allontanandosi sempre più dalla carneficina degli esordi e raggiungendo, non senza problemi, il presente ultimo stadio evolutivo (anche se qui è probabilmente meglio parlare di involuzione). Da segnalare l’importante defezione di Mike Amott, che dopo l’ottimo “Heartwork” lascia il gruppo per dedicarsi a nuovi progetti (Spiritual Beggars e Arch Enemy), così come l’abbandono della storica Earache in favore di una Columbia, che avrebbe dovuto dare ai Carcass una maggior visibilità, ma che ha finito (come era prevedibile) col voler interferire troppo nel lavoro di Walker e soci, portando all’abbandono di Bill Steer e di conseguenza allo scioglimento stesso della band. “Swansong”, completato dai tre musicisti rimanenti e prodotto da Colin Richardson è l’ultimo triste atto della carriera dei Carcass, che si chiude con un lavoro purtroppo non all’altezza del passato. Non un brutto disco, ma molto al di sotto degli standard cui la formazione inglese ci aveva abituato. Anche lo stile è solo una pallida copia di quello che aveva reso celebri le precedenti release: di death metal è rimasto poco, perché per il resto la melodia è diventata una componente troppo ingombrante che va ad intaccare il più delle volte anche le idee migliori, come certe linee di chitarra che riescono a rovinare anche un pezzo solido del calibro di “Tomorrow Belongs To Nobody”. Allo stesso modo si manifesta maggiormente una certa attitudine hard rock (che ritroveremo in seguito nei Black Star) come è evidente dal groove di “Keep On rotting In The Free World” , “Go To Hell” e “Black Star” (appunto). Tra i pezzi migliori sicuramente le vivaci “Generation Hexed” e “Polarized”, senza tralasciare l’oscura “Child’s Play”. Un disco che, appena uscito, agli occhi dei fan più intransigenti sembrava proprio una presa per il culo, ma che noi dobbiamo valutare per ciò che è realmente, senza perderci in troppi confronti col passato: un lavoro sufficiente dunque, che lascia però l’amaro in bocca per troppe ragioni. Una di queste è che la Carcassa ormai si è decomposta.

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