OVERKILL: UNDER THE INFLUENCE
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05/11/2005Tra i portabandiera del thrash metal più grezzo e caciarone, gli Overkill sono riusciti a costruirsi nel corso degli anni una nutritissima schiera di fan, e se ancora oggi, a distanza di un ventennio dal debutto, il monicker del combo newyorkese è ancora attuale e vincente, il merito è da attribuire ad album che hanno contribuito non poco all'affermarsi del genere, come "Feel The Fire", "Taking Over" o questo "Under The Influence", terzo capitolo per il Batskull statunitense. Supportato da una produzione brutalmente onesta, il presente lavoro conferma quanto di buono Blitz e soci avevano già fatto nelle due precedenti release, e permette loro di superare tranquillamente il temuto esame del terzo album. Le coordinate attorno a cui si sviluppa la proposta degli Overkill comunque non sono mutate di una virgola e in questo senso "Under The Influence" ci offre brani di una certa caratura, attraverso i quali si riconosce il veemente credo thrash che contraddistiguerà anche negli anni a venire le produzioni dell'intramontabile coppia Verni-Ellsworth. Se con "Shred", brano tirato e spigoloso, con un refrain adattissimo per coinvolgere il pubblico nelle esibizioni live, la partenza è di quelle che lasciano il segno, non si può certo dire che gli altri pezzi siano da meno: dall'incedere devastante di "Mad Gone World" alla più articolata, ma non meno acida "Drunken Wisdom", da "Hello From The Gutter" a "Head First" (miglior brano?), ci troviamo di fronte a nove mazzate che colpiscono a dovere. Una menzione particolare va all'ottima "End Of The Line", che sembra riprendere il carattere maestoso ed altisonante dell'anthemica "In Union We Stand", con un solo da urlo e un Bobby Ellsworth perfetto nel riversare tutta la sua energia nell'interpretazione di un brano così particolare. Quattro musicisti affiatati, un thrash metal martellante ma non banale, tanta passione e grinta da vendere: "Under The Influence" potrebbe farvi innamorare degli Overkill già dal primo ascolto.
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