CARCASS: SYMPHONIES OF SICKNESS
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19/07/2004“Symphonies Of Sickness”, ossia il secondo atto della carneficina sonora e concettuale intrapresa dai Carcass con “Reek Of Putrefaction”: già perché in sostanza nulla è cambiato dal precedente lavoro della band inglese, né a livello strettamente musicale, né tanto meno per ciò che concerne la carrellata di scene splatter-gore offerte all’ascoltatore. La meticolosa e sorprendentemente tecnica descrizione di putrefazioni, infezioni ed altre squisitezze simili avviene accompagnata da suoni che sembrano realmente provenire da un corpo in decomposizione a cui sono applicati degli amplificatori guasti. E come se non bastasse la distorsione della chitarra di Steer e il drumming pneumatico di Owen, a rendere il tutto ancora più malsano, ci pensa il doppio growling della coppia Steer-Owen, vero marchio di fabbrica del Carcass sound, con qualche inserimento sporadico dei rantoli del drummer. L’unica piccola differenza rispetto al debut dell’anno prima riguarda qualche passaggio più ricercato (l’intro di “Ruptured In Purulence” ad esempio), con sfuriate di chitarra un pochino meno ossessive, ma in effetti, trovare un valore aggiunto a questo secondo lavoro dei Carcass rispetto al primo è davvero un’ardua impresa, visto che l’atteggiamento della band non pare essere mutato di una virgola. Solo con l’arrivo del secondo chitarrista Mike Amott i Carcass compiranno quel salto verso l’alto che li consacrerà icona ineguagliabile del death metal; con “Symphonies” si sono unicamente limitati a ripetere la formula mattatoio di “Reek Of Putrefaction”.
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