BLACK ROSES: UNLEASHED DOGS
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28/05/2009Nel primo album dei Black Roses, lavoro autoprodotto e rilasciato definitivamente nello scorso 2006, l'analisi del sottoscritto era stata ben chiara: una produzione piuttosto casereccia rappresentava, con ogni probabilità, il vero freno di una band sì promettente, ma limitata allo stesso tempo da una registrazione che, nei suoi limiti, non permise di intravederne le reali potenzialità. Ora, aggiunta una "s" nel monicker per problemi di omonimia, e affidatisi alle sempre più rinomate mani del produttore nostrano Alessandro Del Vecchio, i Black Roses hanno trasformato quelli che erano unicamente dei possibili e teorici margini di miglioramento in una vera e propria seconda pelle, acquisendo uno status artistico ora finalmente professionale e in grado di competere ad armi pari con nomi ben più blasonati. Il combo guidato da Max Gazzoni, infatti, è riuscito nel tutt'altro che scontato compito di mantenere incisivo e vibrante il proprio songwriting per farsi finalmente trainare, con evidenti risultati, dalle sagaci mani di Del Vecchio in un percorso musicale indiscutibilmente convincente, all'interno del quale la formazione romagnola al completo ha saputo offrire veri e propri saggi di classica scuola hard-rock continentale. Il sunto finale di quanto sin qui affermato può quindi essere esplicato in dieci brani in grado di intrattenere al meglio l'ascoltatore nel loro tradizionale approccio al genere, dividendosi con positivi risultati tra episodi più graffianti e momenti maggiormente riflessivi, caratteristica questa alla base dell'avvenuta maturazione di una band ora finalmente pronta per dire la propria all'interno dell'affollato mercato musicale. Una bella soddisfazione, coadiuvata tra l'altro da un voto finale che, al contrario dell'esordio, non rappresenta un gonfiato incitamento alle buone doti intraviste, ma il reale valore di un percorso artistico ora finalmente avviato.
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