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W.A.S.P.: DOMINATOR

data

03/05/2007
79


Genere: Hard Rock
Etichetta: Demolition Records
Anno: 2007

Blackie Lawless l'ha fatto ancora. Con un guizzo che coglie di sorpresa, il controverso "Dominator" esce nei negozi ed è pronto a sollevare un polverone come solo mr. "Animal (Fuck Like A Beast)" può scatenare. Perchè il nuovo lavoro degli W.A.S.P., la cui uscita è stata ripetutamente annunciata e rimandata da ottobre in poi, ha due peculiarità che non mancheranno di far discutere: lo stile ed il tema. Per quanto riguarda lo stile, la prima cosa che colpisce è come la scelta sia caduta sulla melodicità di "The Neon God", proseguita ed ibridata a strutture più tipicamente W.A.S.P.: lontano riecheggiano i trascorsi di "The Last Command" ed "Helldorado" (potenza, linearità, immediatezza). Ma sufficientemente lontano da rappresentare solo una cornice, uno sfondo su cui il cantato pulito si staglia netto, accentuando l'impressione di forte impostazione alla melodicità più soft e ricercata (per l'appunto, alla "The Neon God"). Inutile dire che, tra i puristi della "vecchia guardia", una scelta del genere non potrà che suscitare qualche perplessità; ciononostante, pur risultando meno potente di album storici della band, "Dominator" non dà nemmeno l'impressione di un disco di Hard Rock Melodico: il ponte virtuale tra Hard Rock, Glam Rock ed Heavy Metal permane inabbattibile, saldo come non mai, e personalmente ritengo che in sede live i nuovi pezzi ("Long, Long Way To Go" e la opener "Mercy" in primis) non mancheranno di far sputare sangue ai pogatori più accaniti. C'è spazio anche per i più romantici, con lo splendido lento "Heaven's Hung In Black" ed il suo "Reprise" e la profonda "Take Me Up": come da tradizione, gli W.A.S.P. pensano un po' a tutti. Il secondo aspetto controverso, invece, riguarda il tema del disco: secondo le dichiarazioni di Blackie, l'album dipinge la profonda delusione, il rammarico ed il dolore per la condizione politica degli Stati Uniti dopo l'11 settembre. All'iniziale sete di vendetta e giustizia, dice Blackie, è seguita l'amara scoperta che la sua patria stava "trattando gli altri Paesi come le proprie puttane". L'idea di fondo è che le superpotenze trattino i Paesi più piccoli (alleati e nemici) "come un uomo tratta le donne: dominandole" ed approfittandosi di loro. I commenti di Blackie sono politicamente forti: accuse al Governo senza mezzi termini ("ci stanno raccontando le più grosse balle dai tempi di Nixon"), posizioni che solleveranno DAVVERO un polverone ("non mi sento più fiero di essere Americano, anzi me ne vergogno") e via discorrendo. Non sta a me entrare nel merito di una valutazione politica del disco. Ciò che sta a me fare è mettere in guardia gli ascoltatori, poichè sono un fermo sostenitore dell'ascolto consapevole: "Demolitor" NON E' un album per tutti. E' un disco musicalmente ottimo, pur se privo dell'impatto devastante di alcuni degli album storici degli W.A.S.P., ma carico di significati sociali e politici decisamente pesanti, ed inoltre pregno di un orientamento dichiarato senza spazio alle ambiguità. A voi la decisione: ascoltarlo (o non ascoltarlo) per partito preso, per gusto personale, o per una scelta consapevole che implichi una volontà di riflessione approfondita.

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