KAIPA: ANGLING FEELINGS
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03/05/2007Da quanto sono tornati sulle scene nel 2002 i Kaipa non si sono fermati un momento e continuano a riproporsi con costanza sul mercato. Dopo i due stupendi album Keyholder (2003) e Mindrevolutions (2005) ecco che esce a fine maggio Angling Feelings, nono album della loro carriera iniziata nel lontano 1975. La prima cosa da dire è che c'è stato uno solo, ma sostanziale, cambiamento nella line up della band: esce di scena il chitarrista Roine Stolt, fondatore della band insieme a Lundin e attuale leader dei The Flower Kings, e al suo posto troviamo Per Nilsson (facente parte degli Scar Symmetry). Questa uscita di scena ha lasciato tutta l'incombenza della stesura delle tracce (musica e testi) sulle spalle di Lundin, a detta dello stesso tastierista questa cosa l'aveva preoccupato ma una volta in studio le idee sono sgorgate spontanee e in meno di 3 mesi la maggior parte delle canzoni erano pronte. Addirittura Lundin afferma che in Angling Feelings nessun è riuscito a trattenerlo da inserire liberamente la sua "sporca e distorta tastiera". Ma veniamo al disco in se che già dalla copertina si presenta leggermente diverso dai precedenti: pur mantenendo uno stile "fumettoso" c'è un non so che di più spensierato e leggero, lo stesso spirito si trova anche nei testi dove Lundin punta tutto sulla ricerca dei piaceri dati dalle piccole cose e dal prendere la vita con relax. A livello musicale si avverte subito che qualcosa è cambiato, le premesse di Lundin si rivelano chiaramente e, seppur non ci si discosta in maniera netta dai lavori in cui c'era Stolt, si denota una maggiore divagazione sonora all'interno delle tracce dando quel tocco di diversità nelle linee musicali, spesso più arzigogolate e in alcuni casi più forti (in questo aiuta Nilsson, più cattivo alla chitarra di Stolt). C'è da dire che il risultato complessivo di Angling Feelings lascia la sensazione di un piccolo passo indietro rispetto a Keyholder e Mindrevolutions, forse per il fatto che qualche volta la musica sembra andare "sopra le righe" e diventare troppo complessa e ricercata dando l'idea che Lundin in alcuni casi si sia fatto prendere troppo la mano. In ogni caso si tratta pur sempre di un disco dei Kaipa quindi ci troviamo di fronte ad un lavoro comunque ben fatto e ben eseguito che però in questo caso presenta qualche alone che non può farci parlare dell'ennesimo capolavoro per la band svedese. Parlando delle singole tracce mi sento vivamente di consigliare l'ascolto di Solitary Pathway, della lunga The Fleeting Existence Of Time e di The Glorious Silence Within mentre ho trovato fuori tono Where's The Captain? e Broken Chords. In definitiva possiamo chiudere dicendo che il nuovo disco dei Kaipa Angling Feelings non raggiunge i livelli delle uscite precedenti pur confermando alcuni punti fermi, come i due ottimi vocalist e la grande tecnica di tutti i componenti. Diamo tempo a Lundin di perfezionare la mira nel lavorare da solo alla stesura dei brani e sono convinto che torneremo a parlare di album capolavoro e non solo di un buon album.
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