BATON ROUGE: SHAKE YOUR SOUL
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05/06/2006All'interno della schiera dei tanti grandi album usciti nel passaggio tra gli anni ottanta e novanta, molti dei quali pezzi da collezione tutt'ora imprescindibili per tutti gli amanti delle sonorità hard melodiche e limitrofe, un posto di vero e proprio rilievo va assegnato al debut cd dei Baton Rouge "Shake Your Soul", rilasciato dall'Atlantic Records nel 1990. Considerati da molti i cugini meno fortunati di altre formazioni connazionali (americane) quali Bon Jovi e gruppi limitrofi, i Baton Rouge percorsero la strada della prima uscita discografica con un cd di immenso valore artistico, contraddistinto da un meticolosissimo lavoro di produzione e da linee melodiche capaci, come poche altre, di catturare l'attenzione dell'ascoltatore dall'inizio alla fine. Dodici sono i brani contenuti nel cd, dodici composizioni in cui non si avvertono cali compositivi tangibili o evidenti momenti di noia, dodici piccole perle di pura estrazione melodica contraddistinte, come nelle migliori caratteristiche del genere, da fitti tappeti chitarristici, esaltanti cori d'impatto e ritornelli che definire assassini, e ve lo giuro, è assolutamente poco. Aperto dalla devastante "Doctor", e bissato nel migliore dei modi da gemme del calibro della coinvolgente "Walks Like A Woman" e della power-ballad "It's About Time", l'album si snocciola verso la conclusione passando attraverso episodi di incommensurabile qualità quali la anthemica "Bad Time Comin' Down", la malinconica "Melenie" e l'irresistibile refrain della sommessa "There Was A Time (The Storm)", aperta da un dolce arpeggio acustico prima di esplodere in un irripetibile chorus. Non una nota fuori posto, non un passaggio vocale poco covincente, ma altresì un gruppo incredibilmente affiatato e guidato da un singer di marcato valore quale il ben noto Kelly Keeling, qui contraddistinto da un timbro che sembra fuoriuscire, in maniera stupefacente, dal risultato di una fantascientifica fusione genetica tra quelli di ben noti singers quali Sammy Hagar, Paul Sabu e Johnny Gioeli. Un must irrinunciabile per tutti i fans della scena hard melodica quindi, e soprattutto un tassello importantissimo per comprendere appieno l'evoluzione compositiva e il tipico stile americano in voga durante gli anni d'oro della scena rock che si rispetti, destinata da lì a poco ad essere risucchiata dall'esplosione della successiva ondata grunge. Un lavoro immenso, da avere ad ogni costo all'interno della propria collezione per renderla rispettabile in tutti i suoi aspetti.
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