AXEL RUDI PELL: BALLADS III
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22/01/2005Axel Rudi Pell sembra non fermarsi più. L’artista tedesco è infatti ormai giunto alla sua terza raccolta consecutiva di canzoni romantiche, intitolata appunto “Ballads III”, arricchendo il proprio lotto di canzoni con nuovi pezzi inediti, cover e nuove versioni di pezzi storici. Una produzione lodevole, sia dal punto di vista della mole di musica che per l’impegno, ma è quasi certo che non basta qualche buona nuova canzone per far attirare l’attenzione dei propri fan verso l’ennesima raccolta. Sia chiaro, questo “best-of” contiene pezzi validissimi e un brano come “Don’t Say Goodbye” (Unico pezzo inedito presente) sono chiara dimostrazione di come la band abbia ancora tutte le carte in regola per saperci fare, dando libero spazio al singer Johnny Gioeli di esprimere le sue qualità vocali. Ma analizzando i rimanenti contenuti si nota come le colonne portati di questo album crollino inesorabilmente. Punto primo: l’aver già pubblicato due raccolte di ballad può far risultare questa 3° release stucchevole, e l’inserimento di un unico nuovo brano, anche se valido, non imprime l’attrattiva necessaria che un’uscita di un artista del genere dovrebbe avere. Punto secondo: ci si trova di fronte ad undici brani, se escludiamo il brano inedito, la cover di “The Temple Of The King” dei Rainbow di Ritchie Blackmore, la versione acustica della stupenda “Forever Angel”, la sua versione originale e la strumentale “The Curse Of The Chains” ci troviamo di fronte a sei classici dell’artista. Ma non è questo il problema, il problema sta nella lunghezza di questi brani che supera abbondantemente i sei minuti e vi posso assicurare che per una ballad cominciano ad essere eccessivi. Punto terzo: la malsana idea di introdurre due differenti versioni della stessa traccia non giova certo ad alleggerire l’ascolto di una raccolta che già risulta piuttosto pesante. In definitiva quest’uscita non piacerà certo a tutti, e attirerà l’attenzione solo dei fan più affezionati all’artista che è sulla scena da ormai sedici anni. Un idea non certo brillantissima, sicuramente da non ripetere per il futuro. Se siete entrati in possesso di questo full-lenght o dei precedenti due, vi do un consiglio: posizionateli nel vostro fido stereo (meglio ancora se a tre cd) e concedetevi una lunga dose di…ehm…”relax” con la vostra compagna!
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