AXEL RUDI PELL: Sign Of The Times
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24/04/2020Da oltre venti anni il biondo teutonico guitar wizard propone le sue uscite discografiche con la solita cadenza biennale, principalmente nei mesi primaverili. A questa sorte non si sottrae nemmeno 'Sign Of The Times, che ricalca il solito format compositivo dei lavori a marchio Pell. Se il precedente 'Knights Call' lasciava trasparire alcuni progressi in termini qualitativi rispetto alla generale mediocrità di cd quali "Game Of Sins" piuttosto che 'Circle Of The Oath" questo nuovo episodio ci fa reintrodurre Axel in quella zona di comfort che in sostanza si traduce in una ripetitività di concetti e di schemi che negli ultimi anni hanno frenato, forse irreversibilmente, la sua stessa carriera, oramai appiattita. E pensare che l'inizio ci aveva colpito favorevolmente con un pezzo quale "Gunfire" dallo spumeggiante riffing e la title track, davvero un hard rock epico coi controcoglioni, ma "Bad Reputation" appare ahimé una copia nemmeno troppo riuscita di 'Rock The Nations' del periodo 'Mystica' (e stiamo parlando del 2006) mentre “As Blind as a Fool Can Be” pur essendo ben congegnata non trasmette quel quid di originalità che avremmo preteso, rivelandosi assolutamente intercambiabile con le ballad che Axel ha realizzato nel corso del suo ultratrentennale percorso solista. Il rimanente materiale non è certo disprezzabile, di certo ben suonato, ben prodotto, con il solito cantato di Gioeli in bella vista, ma le sorprese e le imprevedibilità sono prossime allo zero e non riesce a scaldare il cuore, uno dei fattori che ci costringe, nostro malgrado, a licenziare questa sua nuova release con una striminzita sufficienza. Che il titolo del cd sia emblematico del suo status artistico non più scintillante come un tempo?
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