NADER SADEK: IN THE FLESH
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07/09/2011In conformità a tutta la galassia dell'intelligentia della musica estrema, ci siamo accodati al caravanserraglio concentrando tutta l'attenzione al disco con le tre "I" che in teoria doveva essere l'album del decennio, ignorando beatamente questo piccolo gioiello emerso dalle oscure e melmose acque incatramate del Golfo del Messico, almeno idealmente. In realtà Nader Sadek altri non è che un artista egiziano trapiantato a New York che ha creato l'originalissimo concept di 'In The Flesh', una sorta di racconto lovecraftiano in chiave moderna con riferimenti alla corsa al petrolio. Ma parlando dei contenuti musicali, questi sono affidati nientemeno che all'ex Morbid Angel Steve Tucker, a Blasphemer, personaggio noto nell'ambiente del black metal e Flo Mounier dei Crypyopsy dietro le pelli. Con "Petrophilia" si inizia subito sul pesante, con un attacco stile Morbid Angel dei bei tempi, quelli dei breakdown mozzafiato, dei tempi pesanti e complicati. Il pezzo scorre che è un piacere, regalando anche un certo gusto groovy stile Sepultura anni novanta. Un qualcosa di devastante è l'immenso groove di "Of This Flesh (Novus Deus)" che crea un muro sonoro epico e indistruttibile, ma con le melodie anni ottanta di "Souless" si raggiungono veri e propri orgasmi auricolari. Ci si perde un po' verso la fine con il mid tempo di "Sulffer", intensa quanto priva di mordente, ma soprattutto con la conclusione affidata alla strumentale "Nigredo In Necromance", brano non certo irresistibile. Un concept originalissimo, un songwriting non geniale, ma di ottimo livello, esecuzione impeccabile. Che altro c'è da dire se non che era questo il disco che bisognava tener d'occhio.
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