ANUBIS SPIRE: CHILDREN OF A FOREIGN FATE
data
26/06/2007Terzo disco per gli americani Anubis Spire, band che mi aveva positivamente impressionato già con il loro debut album "Old Lions..." In questo caso ci troviamo di fronte ad un platter più maturo, ben registrato e prodotto: sicuramente un passo enorme in avanti rispetto al pur interessante debut. Il prog rock targato Anubis Spire e fortemente atipico: le sensazioni oscure che pervadono il disco sono dovute al concept che le sorregge ed anche ad un modo particolare di intendere la musica progressiva. Non certo lontani dalle influenze della scuola di Canterbury, gli Anubis Spire partono spiazzando l'ascoltatore con un pezzo, "Lies", che sembra uscito direttamente dall'omonimo debut album degli Shadow Gallery. In alcuni frangenti poi l'ugola di Bill MacKechnie arriva a ricordare Alice Cooper, così come le melodie di canzoni quali "Remember Me?" e "Down Here". Però il punto focale dell'intera recensione è questo: gli Anubis Spire hanno sì queste influenze, così come altre nel loro background, ma riescono a miscelare sapientemente amore per le radici musicali e passione del nuovo per creare suggestioni nuove ed accattivanti. Gli assoli di chitarra e le tastiere (sempre presenti ma mai esasperate) aiutano a consolidare il sound della band: ci sono anche echi di reminescenze egiziane ma considerando il nome del combo non c'è da stupirsi. La produzione, come precedentemente accennato, è di buona qualità anche se i suoni tendono a rimanere forse poco limpidi e cristallini. Anche la cover risulta sufficente e ci introduce, con le sue ombre, al clima generale del disco. In definitiva un prodotto molto ben realizzato, che ci dimostra come gli Anubis Spire siano una band da tenere d'occhio. Bravi ragazzi, continuate così!
Commenti