AMORPHIS: TALES FROM THE THOUSAND LAKES
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25/02/2005Dopo il buon debut 'The Karelian Isthmus' (1992) e l'uscita dell'EP 'Privilege Of Evil' (del 1993, anche se registrato subito dopo il demo) gli Amorphis ci regalarono uno degli album più belli che la storia del Metal si possa ricordare. 'Tales From The Thousand Lakes' (che per chi ancora non lo sapesse altro non è che la Finlandia) quando uscì all'inizio del 1994 lasciò tutti a bocca aperta per la mestosità delle sue composizioni. Ma che cosa era successo in verità? Partiti essenzialmente come una delle tantissime death metal bands scandinave, col tempo gli Amorphis aggiunsero al classico sound death elementi melodici già nel debut rallentando leggermente i tempi medi delle canzoni, così da far affermare a qualcuno una certa influenza del doom. In questo caso sono stati aggiunti pregevolissimi elementi di musica folk locale, passaggi atmosferici (grazie al nuovo entrato in line-up, il tastierista Kasper Martenson) il tutto amministrato secondo criterio da interventi melodici ma mai ruffiani. 'Tales...' ha potuto beneficiare delle cure di un certo Mr. Tomas Skogsberg ai Sunlight Studios (quelli dove registrarono Entombed, Dismember, ecc...) e ciò si sente particolarmente, specialmenet se siete aficionados delle bands poc'anzi citate. Il sound adottato è decisamente azzeccato, poichè per natura leggermente sporco, cosa che ha contribuito a non sminuire l'aggressività delle canzoni vista l'entrata in scena delle tastiere. Come sempre è stato finora (e sempre sarà anche in futuro) le tematiche affrontate dagli Amorphis nei testi sono riprese dal Kalevala, il poema nazionale finlandese, ma non impauritevi il tutto è cantato in inglese. Per l'occasione la band presenta anche un cantato pulito qua e là, ad opera di un certo Ville Tuomi, anche se devo ammettere che la sua presenza ed il suo contributo alla riuscita dell'album sono davvero limitati (per colpa di una voce di certo non bella e troppo nasale). Quali sono i momenti più importanti di questo album? Ognuno penso che possa decidere da solo quali siano i suoi dopo averlo ascoltato attentamente; personalmente i miei sono l'opener granitica "Into Hiding", "First Doom" (che guarda caso è quella che più si avvicina alla definizione di doom), l'atmosferica "Black Winter Day", "Drowned Maid" che è la canzone più veloce del lotto, e per finire "Forgotten Sunrise", ma ripeto, sono i miei gusti che parlano. Un cenno sulla grafica della copertina, ad opera di Sjlvaine Bellemare di rara bellezza e complementare con le canzoni per quello che è il fine dell'album stesso: raccontarci dieci storie dalla terra dei mille laghi!
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