AGALLOCH: ASHES AGAINST THE GRAIN
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08/08/2006Dopo il giustamente acclamato "The Mantle", la band americana ritorna con un nuovo lavoro partorito con prospettive emozionali in larga parte immutate, ma stilisticamente diverso. Rispetto al precedente questo disco gode di un approccio differente che si distanzia dalle venature folk che avevano contraddistinto fortemente il precedente lavoro, a si approssima a quello più progressive di chiara estrazione europea. Questo senza mai abbandonare i riferimenti principali su cui il tutto si muove che spaziano dal gothic al black metal meno oltranzista. Detto questo, "Ashes Against The Grain" rappresenta la naturale evoluzione di uno stile che possiamo definitivamente etichettare come senza confine, aperto, che potrebbe non portare mai al termine un brano se non fosse per le ovvie esigenze di tempo. Stile che potrebbe trovare la sua dimensione ideale sul palco nonostante la musica proposta non goda dell'impatto necessario che dal vivo si richiederebbe. A dimostrazione di come la visione che gli Agalloch hanno della loro arte sia un continuo flusso emotivo che abbraccia la sfera della dilatazione sonora, attraversando la parte finale del ciclo vitale(la morte è sempre sulla porta pronta ad entrare), e le esperienze più prossime alla depressione ed alla malinconia, allo stato psichico che non conosce pace se non nel suo stesso tormento. "Falling Snow" e "Fire Above, Ice Below", in tal senso, sono intense rappresentazioni di scenari invernali che evocano quel senso di dolce inquietudine dal quale non si vorrebbe mai fuggire anche se vicini alla fine. Un sentimento che percorre l'intero CD, questo, in bilico tra disperazione e consolazione, abbandono e passione, e che trova un cantore opportuno in Haughm il quale, tra screaming e voce pulita, interpreta con evidente trasporto il mondo agallochiano: atmosferico, lugubre, annichilente, tuttavia così profondamente appagante, spirituale in cui, di tanto tanto, affiora anche una nota psichedelica(sarà questo il prossimo "passo" della band?) che lascia spazio ad ulteriori spiragli emotivi mai proiettati in precedenza. Segno che "Ashes Against The Grain" non solo ha la forza di coinvolgere sul piano introspettivo, ma serba in sè anche ulteriori soluzioni che hanno un nonsoche di visionaro che rimandano sottilmente all'universo sconosciuto, padre di galassie e pianeti ancora senza nome. Un andare oltre, lontano, ben piantato nelle radici della terra.
L'inverno è ancora lontano, ma per gli Agalloch non è mai estate(sia "dentro", sia "fuori").
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