AGALLOCH: PALE FOLKLORE
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27/09/2006Neanche sembrano provenire da Portland (Oregon, USA) per quanto suonano europei. Neanche sembra possibile trovare un gruppo così originale, in mezzo ad un marasma di copioni vari. Eppure gli Agalloch sono tutto questo e altro ancora. Dall'estremo nord ovest degli Stati Uniti, da quella parte dell'Oregon piena di foreste e sequie (Agalloch è l'antico nome di una di queste, per l'appunto) questo gruppo formatosi alla fine del 1995 dalle ceneri di un progetto death/doom chiamato Aeolachrymae, ha saputo fondere in maniera magistrale le atmosfere ed il sound decadente/malinconico dei Katatonia del periodo centrale ('Brave Murder Day' per capirci) e Opeth con l'aggressività intrinseca dei primissimi lavori di un gruppo sottovalutato come i Novembre in un unico grande risultato, oscuro, melanconico e maestosamente epico come quello di 'Pale Folklore'. Registrato nel 1999 per la The End Records (tuttora label del gruppo) l'album pur passand otutti gli stadi propri dell'underground, seppe conquistarsi un'enorme fetta di estimatori, fra gli addetti ai lavori e soprattutto fra i vari ascoltatori. La formula vincente era costituita da vocals al vetriolo di scuola BM, passaggi acutici di chitarra, testi riflessivi e con tematica portante quella della natura, e un generale feeling triste e oscuro che pervadeva tutte le composizioni per tutta l'ora abbondante di durata del disco. Oltre alle numerose parti altamente atmosferiche, l'altro punto di forza di tale album fu un songwriting molto curato in ogni minimo dettaglio, grazie al quale ogni singola canzone poté godere di una propria singolare esistenza senza risentire delle altre del lotto e senza, soprattutto, destare noia nell'ascoltatore. Sicuramente una delle migliori uscite del 1999 per il filone doom atmosferico e per tutto il metal in generale.
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