ZERO HOUR: DARK DECEIVER
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14/05/2008Con questo nuovo 'Dark Deceiver' continua l'avventura della band dei fratelli Tipton, conosciuta come Zero Hour, giunta oramai alla sesta uscita dall'esordio del 1999. Marchio della band sin dagli inizi è un prog metal dalle tinte fosche e questo ultimo disco non fa eccezione già a partire già dalla copertina che presenta una ragazza sgozzata sdraiata in un letto. Confermato Chris Salinas dietro il microfono, aveva sostituito Fred Marshall dal disco precedente, gli Zero Hour cercano di fare il salto di qualità in quella che sino ad ora è stata una carriera un po' sottotono, dove a qualche album discreto si è alternato qualche altro non riuscito. Purtroppo 'Dark Deceiver' non riesce in questo compito: le canzoni, pur ben suonate e con il vocalist comunque in buona forma, non emergono dal limbo di una mediocrità non tanto tecnica, ma più che altro di songwriting dei brani stessi, come è accaduto per Specs of Pictures Burnt Beyond. Le nove tracce, per un totale di circa 45 minuti, passano senza lasciare ricordi indelebili nell'ascoltatore e si perdono facilmente rischiando di far archiviare il cd abbastanza in fretta. Ed è un peccato perché in generale non si tratta di un disco brutto, ma al giorno d'oggi un album appena sufficiente non basta più per attirare l'attenzione e si deve puntare più in alto per riuscire a sfondare nel mercato musicale. Certo, gli amanti del gruppo possono stare tranquilli, gli Zero Hour con questo 'Dark Receiver' non fanno sicuramente passi indietro, però non ne fanno neanche in avanti e quindi difficilmente riusciranno ad allargare il loro bacino di fans. In definitiva 'Dark Deceiver' è un album per aficionados del gruppo americano e per coloro che non vogliono lasciarsi scappare nessuna uscita musicale del genere. Ma se non fate parte di nessuna di queste due categorie probabilmente lo lascerete sullo scaffale dei negozi in favore di disco con maggiore spessore e carisma.
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