WINGER: KARMA
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20/10/2009Se la volontà era quella di spiazzare totalmente i propri fans e gli amanti dell'hard melodico in generale, non si può proprio dire che Kip Winger non abbia centrato in questo caso il suo obiettivo: alzino infatti la mano in quanti, dopo un album entusiasticamente criptico come 'IV', avrebbero puntato su un ritorno rockeggiante e quadrato a tutto tondo, scandito da composizioni dal piglio sostenuto e dall'indole ruvida e in your face. 'Karma', in fin dei conti, rappresenta infatti tutto questo: eliminati senza pensarci troppo i chiaroscuri musicali celati nel nostalgico incedere del precedente studio album, e abbandonato il malinconico approccio assaporato nell'ultima fatica solista del già citato Kip, il quartetto statunitense sembra aver spostato la propria attenzione verso un lavoro più diretto e mordace rispetto agli indizi disseminati qua e là nella propria parentesi artistica degli ultimi anni, riappropriandosi di arrangiamenti in cui le chitarre di Reb Beach tornano a tessere trame strumentali variegate e di evidente impatto, forse il vero e proprio elemento di rottura di un ritorno discografico di notevole spessore. Il nuovo capitolo musicale a firma Winger può essere quindi considerato a tutti gli effetti una vera e propria sopresa in grado di rispolverare il più profondo spirito hard-rock di un monicker di lunga leva, il quale, del resto lecitamente, sembrava destinato ad un futuro compositivo osticamente intrigante, finendo invece al contrario per restituirsi al suo ardore primitivo incastonato in composizioni sincere e senza compromessi, pronte ad intrattenere ed emozionare nel modo che tutti i fans da sempre si aspettano nei confronti di una band ineccepibile dal punto di vista artistico. Inaspettato e appagante, quasi a rimarcare ancora una volta come la classe di Mr. Winger sia tutt'altro che lontana dal baratro della latitante ispirazione compositiva.
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