VIRGIL STEELE: The Passion Of Dionysus
data
01/07/2023I Virgin Steele hanno una grande discografia alle spalle e hanno realizzato nel corso della loro carriera stupendi capolavori. Sappiamo però come, dopo i due bei dischi di "The House Of Atreus", rispettivamente del 1999 e del 2000, la successiva produzione sia stata alquanto altalenante. Questo nuovo 'The Passion Of Dionysus' mantiere il moniker, ma risulta evidente come ormai sia diventato di fatto sempre più totalmente un progetto solista di David DeFeis, dato che si occupa praticamente di tutto, a parte che suonare le chitarre. Come di consueto si sceglie di realizzare un concept, stavolta incentrato sulla storia del dio Dioniso, che si presenta a Tebe per punire il re Penteo, il quale negava la sua natura divina. Diciamo che la trama rimanda in parte a quella della tragedia "Le Baccanti" di Euripide (per quanto qui vi siano delle differenze) e pone tra le sue tematiche quella del dualismo e del confronto tra umano e divino, ma anche tra razionalità e irrazionalità, tra libertà e restrizioni e così via. Le tracce sono tutte mediamente molto lunghe (fa eccezione solo la breve "Black Earth & Blood") e presentano una struttura molto aperta, dato che comprendono vari temi che si susseguono come in una sorta di racconto, che segue la trama del concept (anzi, proprio in funzione di questo, consigliamo di accompagnare l'ascolto con la lettura dei testi), alternando vari personaggi, tutti però interpretati da DeFeis. Quest'impostazione, però, obiettivamente, non rende molto agevole l'ascolto, anzi appare talvolta un po' confusionaria e dispersiva. La produzione non ci entusiasma neanche ed è davvero deprecabile la scelta di utilizzare una batteria programmata, che rovina completamente alcuni brani: emblematici i casi, ad esempio, di "A Song Of Possession" o "Spiritual Warfare", dove tutto sommato si potrebbero mettere in evidenza alcuni passaggi niente male ma che così a tratti sono quasi inascoltabili. Insomma, diciamo che nei suoi oltre settantasette minuti di durata, 'The Passion Of Dionysus' è un bel mattone, difficile da digerire, perchè a fronte di tracce così lunghe, non si ravvisano momenti epici, non ci sono grandi intuizioni a livello compositivo, per quanto si riscontri un certo sforzo di non limitarsi a scrivere canzoncine banali e semplici e c'è un certo pathos, ma manca la grinta, la sezione ritmica è molto povera e scarna e neppure a livello melodico ci sono passaggi effettivamente memorabili o degni di menzione. Dal punto di vista vocale DeFeis è sempre particolare con la sua caratteristica voce graffiata ed è autore di buone performance interpretative, ma finisce spesso per strafare tra falsetti, acuti e urletti vari. "The Passion Of Dionysus" è comunque un disco dove si nota esserci dietro un grande lavoro, non è un platter realizzato di certo in fretta e furia, però ci sono diversi aspetti che non convincono: sicuramente non aggiunge nulla di significativo o imprescindibile alla splendida discografia della band americana ed è un peccato, perchè DeFeis, con il suo talento compositivo e interpretativo, potrebbe avere ancora tanto da dire, magari ritornando ad una visione più corale e meno solista o rivedendo determinate scelte espressive e strutturali della sua proposta musicale. Considerando, peraltro, che stiamo parlando dello stesso autore di 'Noble Savage', 'The Marriage Of Heaven And Hell' o 'Invictus', accontentarsi risulta ancora più arduo.
Commenti