ATRIARCH: AN UNENDING PATHWAY
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07/11/2014Vi trovate soli, in una fredda serata del primo inverno, in un vecchio locale stile Bahuhaus, con un mini-calice d'assenzio e tanti rimpianti da affogare in un forte aroma d'anice. L'atmosfera è pesante e la musica di sottofondo The Fall-Christian Death-Bahuhaus incupisce ulteriormente la serata. Lei si avvicina. Si siede al tuo tavolo. Non parla molto. Ti offre un altro assenzio. Te lo porge lei stessa. L'atmosfera si fa sempre più pesante. Il locale inzia, lentamente, a girare. La voce di Lei diventa una dolce e spaventosa cantilena, ti prende la mano, vi alzate e andate via. Non sai dove, è Lei che ti porta, è Lei che ti guida, giureresti che ti tiene il braccio ma è tutto troppo bello. Il vento è freddo, camminate a passi lenti e cadenzati, i colori si fondono coi suoni formando geometrie surreali, quando realizzate di essere in un stanza. Buia e fredda. Poche luci, poche persone intorno, un altare, cantilene, nenie, voi siete in mezzo, Lei è scomparsa, forse si è unita ai tizi incappucciati che recitano queste interminabili e sinistre cantilene. Il rituale è lento, funereo e vitale allo stesso tempo, le fiamme danzano, i colori si fondono e confondono tra loro, la vista si fa sfocata mentre le voci si fanno sempre più forti e vicine, la testa gira mentre vieni afferrato, delicatamente ma senza scampo, denudato e condotto di fronte all'altare. Una sensazione piacevolissima vi pervade mentre il vostro sangue scorre lento lungo il vostro corpo, il bacio della fredda lama disegna torrenti sul vostro corpo, dolce come una carezza, mentre Lei vi sorride. Questo è il nuovo album degli Atriarch.
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