BULLETBOYS: BULLETBOYS
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07/11/2014Il 1988 è un’annata rimasta celebre per la qualità di molte pubblicazioni in ambito hard & heavy, alcune diventate dei classici per il genere, ed in tanto ben di Dio quattro scalmanati di Los Angeles riuscirono a ritagliarsi un posto sotto il sole. Essere seguiti al debutto da un nome tutelare come Ted Templeman, mentore del suono Van Halen e Montrose, rappresenta quella botta di fortuna che aiuta per attirare l’attenzione dei media specializzati. I paragoni con i fratelli olandesi si sprecano, formazione a quattro elementi, sound total guitar oriented ed un frontman atletico, del tutto simile al cotonato ed istrionico Diamond Dave. Lasciati liberi di scatenarsi tra le quattro mura dello studio di registrazione, Templeman ha catturato (da grande esperto della consolle) la vitalità ed aggressività dei Bulletboys, dando vita ad un album che sprigiona energia e suona live (sensazione amplificata nella versione targata Rock Candy). I nostri restano tecnicamente inavvicinabili agli autori di "Runnin’ With The Devil", ma comunque capaci di scrivere brani rock dal forte impatto ed accattivanti. Al pubblico americano sono piaciuti per il loro modo di essere sfacciatamente losangelini. Sboccati sensuali e fottutamente rock’n’roll, in poche parole degli animali inclini a dare spettacolo sulle assi del palco liberando ogni inibizione, consapevoli di dare in pasto ai fan brani dal sound crudo e senza fronzoli: "For The Love Of Money", "Shoot The Preacher Down", "Kissin’ Kitty" e la dirompente "Crank Me Up", senza tralasciare i due apripista, nonché fortunati video clip, "Hard As A Rock" e "Smooth Up In Ya".
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