SABATON: Legends

I Sabaton chiudono per il momento la fase dedicata alla Prima Guerra Mondiale, che li ha visti impegnati per alcuni anni tra la pubblicazione di full-length ed Ep, nonchè tra tour e iniziative varie, come la realizzazione del film "The War To End All Wars - The Movie". Non viene meno, tuttavia, la loro conclamata passione per la storia, così per il nuovo full-length, intitolato "Legends", la band svedese ha optato per dei brani dedicati a personaggi storici famosi. Ritroviamo perciò, giusto per fare qualche esempio, "Crossing The Rubicon", una canzone che tratta di Giulio Cesare, "Hordes Of Khan" di Gengis Khan, "I, Emperor" di Napoleone, "Impaler" di Vlad L'Impalatore (figura che sembra aver ispirato il Conte Dracula), "Maid Of Steel" è dedicata a Giovanna d'Arco e così via, ma si segnala anche la presenza di un brano in svedese, intitolato "Till Seger". Si registra, inoltre, il ritorno in line-up del chitarrista Thobbe Englund, che era stato sostituito da Tommy Johansson per alcuni anni (precisamente tra il 2016 e il 2024). Per il resto, non ci sono grosse novità: fondamentalmente, la band suona il suo tipico power metal melodico, caratterizzato dalla voce baritonale di Joakim Brodén, con refrain orecchiabili, cori epici e veloci assoli. I brani si focalizzano su questi elementi, mantenendo dunque una struttura alquanto semplice, senza che la band provi ad uscire più di tanto dalle proprie zone di comfort. Le canzoni sono abbastanza valide, ma a nostro parere si mettono in evidenza in particolare alcune tracce come "Templars", nonchè le già menzionate "Hordes Of Khan" e "I, Emperor". Insomma, i Sabaton con quest'album vanno molto sul sicuro, realizzando tutto sommato un buon disco, per quanto in qualche caso i testi ci siano sembrati stucchevolmente celebrativi, finendo per essere piuttosto didascalici e non molto coinvolgenti. Chi apprezza e segue la formazione scandinava non dovrebbe comunque rimanere deluso da "Legends" ma, obiettivamente, da una band di questo calibro ed esperienza, poteva essere lecito aspettarsi qualche piccolo sforzo in più.