TREAT: Tunguska
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18/09/2018Ci sono band nate negli anni '80 che ormai sono la caricatura di loro stessi; ci sono band che a livello compositivo si esprimono ancora alla grande tirando fuori grandi album anche nei giorni nostri. Tra di queste ci sono sicuramente i Treat, che con questo 'Tunguska' (titolo tutto un programma, preso da un avvenimento storico), riescono nel record di far centro (3 su 3) da quando si sono riuniti: un disco migliore dell’altro. Incredibile! Ma andiamo per ordine. Già conosciamo “Build The Love”, bellissimo singolo, come anche “Rose Of Jericho”. In questo 'Tunguska' forse i suoni della chitarra di Wikstrom sono più cupi del solito (lo stesso vale per i suoni della tastiera), dato anche dall’uso di accordi con tonalità basse (sicuramente una cosa voluta). L’apripista “Progenitors” è un inno all’hard melodico, e già ce la immaginiamo come opener dei prossimi live. Su “Man Overboard” aleggia un non so che di prog, mentre segnaliamo anche “Riptide”, classico refrain alla Treat con coro molto suggestivo, e la dolce “Tomorrow Never come”. Forse in questo disco mancano le hit alla “Skies of Mongolia”, ed i chorus tutti azzeccatissimi di "Ghost Graceland”, ma c’è tanta, tanta classe che echeggia in ogni singola nota suonata e ogni nota cantata. Tirando le somme, mancano sicuramente i toni “festaioli” dei primi dischi, ma si ascolta una maturità incredibile senza dover per forza snaturale il proprio sound (Europe docet). Produzione cristallina, Robert Ernlund regge ancora il passo, e la band gira che è un piacere. Altro da aggiungere?
andy
26/09/2018, 19:59
....mancano le hit??????....ma se sono tutte HIT SINGLE!!!!!....per il resto il discorso della recensione fila come l'olio pero' il voto qua e' almeno 95/100!!!!!